L’Islam in chiesa contro il terrore

rassegnaCerimonie di solidarietà in Francia, Germania e anche in Italia con la mobilitazione delle rispettive comunità islamiche per dire no al terrorismo. Migliaia di musulmani (in Italia 23 mila su una popolazione di 1milione e 700mila) si sono recati nelle chiese per dimostrare la loro contrarietà al terrorismo islamista, racconta tra gli altri il Corriere della Sera. Una mobilitazione nata in Francia su richiesta del Consiglio islamico del paese dopo l’uccisione di padre Jacques Hamel, martedì scorso in Normandia, nella chiesa di Saint Etienne-du-Rouvray, ad opera di due terroristi dell’Isis. Proprio a Saint Etienne-du-Rouvray, si è tenuta una cerimonia a cui hanno partecipato cristiani, ebrei e musulmani (Il Messaggero) e a questi ultimi il premier francese Manuel Valls ha chiesto di impegnarsi casa per casa per contrastare l’integralismo e chi fomenta l’odio. A Monaco invece i vertici dello Stato, tra cui la cancelliera Angela Merkel, e rappresentanti di tutte le confessioni – cristiani, ebrei e musulmani – , hanno partecipato a una funzione religiosa ecumenica nel Duomo per commemorare le vittime della strage del 22 luglio nel centro commerciale Olympia. Anche in Italia c’è stata una certa mobilitazione, come raccontano Repubblica e il Corriere raccogliendo diverse testimonianze; seppur, scrive il Giornale, non senza alcune ipocrisie: “a Roma più d’uno ha notato la presenza, al fianco degli imam, di Salmeh Ashour, il rappresentante dei palestinesi nella capitale, la stessa persona che il 25 aprile di due anni fa gridò ai vecchi partigiani della Brigata ebraica che l’alleanza fra il Mufti di Gerusalemme e Hitler era solo ‘propaganda sionista’”.

Islam e terrorismo. “Credo non sia giusto identificare l’Islam con la violenza e il terrorismo. Non è giusto e non è vero. Si può convivere bene”, le parole di Bergoglio a Gian Guido Vecchi del Corriere della Sera in merito alla minaccia del terrorismo islamista che ha ripetutamente colpito l’Europa. Parlando con i giornalisti di ritorno dalla visita ad Auschwitz, il papa ha affermato che “i fondamentalisti ci sono dappertutto, anche tra i cattolici” (La Stampa). Su Repubblica, Alberto Melloni intanto valuta positivamente la manifestazione di solidarietà di ieri dei musulmani nelle chiese: “Che l’iniziativa – scrive Melloni – sia stata presa da musulmani promette bene per l’Europa ( e male per il Regista ): dimostra che la libertà religiosa che questo continente ha conquistato superando le guerre di religione, le guerre di irreligione, le guerre mondiali — questa libertà fa bene a chi la vive ed è più sicura degli screening discriminatori”.

Sicurezza, le regole da applicare. Intervistato da La Stampa, l’analista esperto di Islam Olivier Roy spiega che in Francia le regole esistono per contrastare il terrorismo ma “bisogna applicarle”. Alla domanda sui motivi che muovono giovani legati al mondo musulmano a diventare terroristi dell’Isis, Roy spiega: “Non è radicalizzazione dell’Islam, ma islamizzazione del radicalismo. L’Isis è l’unica organizzazione che offre una rottura con l’ordine globale a quei giovani che si mettono contro la società”.

A 36 anni dalla strage di Bologna. “Cominciamo a mettere le cose al loro posto: la matrice neofascista della strage di Bologna è chiara”. Carlo Mastelloni è dal febbraio 2014 procuratore della Repubblica a Trieste. E non dà credito alla pista internazionale dell’attentato, scrive il Fatto Quotidiano, ovvero quella che riconduce al terrorismo palestinese. Il quotidiano diretto da Marco Travaglio ricostruisce tutta la storia, spiegando perché la strage di Bologna è da considerarsi di matrice neofascista.

Daniel Reichel

(1 agosto 2016)