Caro ministro, l’Italia si impegni
a difendere i diritti in Turchia”

golpe turcoIn quanto gruppo di “giovani cittadini uniti dall’avere a cuore i principi democratici su cui si fonda la nostra cultura”, l’Unione Giovani Ebrei d’Italia, ha sentito come un “dovere morale” quello di farsi promotrice di un appello affinché cessino le violazioni dei diritti umani che contraddistinguono gli ultimi eventi avvenuti in Turchia. A tal fine, l’Ugei, assieme ad altre associazioni giovanili, ha indirizzato una lettera al ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, firmata tra gli altri dal presidente Ariel Nacamulli. Al colpo di stato contro il governo turco da parte di un gruppo di militari, è seguito nelle scorse settimane un inasprimento del regime autoritario del presidente Recep Tayyip Erdogan, il quale ha dato avvio a una feroce campagna di epurazioni con arresti e licenziamenti di massa, prima tra le forze di sicurezza, e poi tra giudici, insegnanti e professori universitari, per arrivare a giornalisti e religiosi. Eventi di fronte ai quali i rappresentati dei movimenti giovanili, ebrei e non, hanno voluto esprimere la propria “vicinanza al popolo turco e in particolare ai giovani studenti e ai professori che sono stati presi di mira” e chiedere al ministro Gentiloni e a tutto il governo italiano di agire “affinché venga ristabilito in Turchia il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici”.
“Abbiamo seguito con crescente apprensione la notizia di migliaia di arresti e decine di migliaia di epurazioni e dimissioni forzate – si legge nella lettera – misure che hanno colpito esponenti della magistratura e dell’esercito, tra cui 99 generali, giornalisti, dipendenti della scuola pubblica e professori universitari, tra cui i 1577 rettori delle università turche, migliaia di funzionari ministeriali di ogni grado, 492 docenti di religione e imam”. Al bilancio, prosegue il testo indirizzato al capo della diplomazia italiana, si aggiunge il fatto che “il ministero dell’Educazione ha annunciato di aver sospeso 15.200 dipendenti e revocato la licenza d’insegnamento a 21 mila docenti che lavorano in scuole private, mentre a 24 emittenti radio e tv sono state ritirate le licenze e a 34 giornalisti gli accrediti stampa, e Amnesty International riferisce di torture diffuse”. Una situazione di fronte alla quale anche l’associazione dei giovani ebrei d’Italia ha voluto prendere una posizione chiara, “denunciando le violazioni tutt’ora in corso in Turchia e schierandoci senza ambiguità – conclude la lettera – contro i provvedimenti liberticidi di cui è responsabile l’attuale governo turco”.

(2 agosto 2016)