Rio 2016 – Il memoriale per le vittime israeliane
Monaco 72, la dignità restituita
I Giochi ricordano la strage

spitzer romano “Non avrei mai creduto che sarebbe successo. E invece, dopo 44 anni, sono felice di vivere questo momento storico”. È ancora con incredulità che Ilana Romano, moglie del pesista Joseph Romano, uno degli undici israeliani uccisi da un commando di terroristi palestinesi ai Giochi Olimpici di Monaco 1972, commenta l’inaugurazione del Memoriale dedicato al ricordo degli atleti assassinati. Il luogo diventerà da quest’anno parte integrante di ogni futuro villaggio olimpico. Alla cerimonia svoltasi ieri ha partecipato anche Ankie Spitzer, vedova dell’allenatore di scherma Andre Spitzer, che con Romano ha combattuto perché la tragedia di Monaco 72 fosse ufficialmente ricordata durante i Giochi. Ma il Comitato Olimpico Internazionale ha sempre negato anche un solo minuto di silenzio, fino all’istituzione del Memoriale, fortemente voluta dal presidente del Comitato Thomas Bach, il quale ha stabilito che ci sarà un ulteriore “momento di riflessione“ anche nel corso della cerimonia di chiusura. “Abbiamo scelto il villaggio olimpico come luogo – le sue parole – perché simboleggia l’unità della famiglia olimpica“. Ma a Rio si terrà anche un’altro momento per la memoria delle vittime di Monaco, con una commemorazione a loro dedicata il 14 di agosto al Municipio, organizzata dal Comitato olimpico israeliano e dal Consolato israeliano nella città brasiliana, in particolare per volontà di Carlos Arthur Nuzman, presidente del comitato olimpico brasiliano nonché membro della comunità ebraica locale.
“Per noi è la chiusura di un capitolo. È qualcosa di estremamente importante. Abbiamo aspettato 44 anni per ottenere questo ricordo e riconoscimento dei nostri cari brutalmente uccisi a Monaco”, ha affermato Spitzer. Quella che ha portato avanti insieme a Romano fin da quel drammatico 1972 è una vera e propria campagna, per chiedere che ai loro mariti e alle altre nove vittime venisse dedicato un minuto di silenzio o un momento di riflessione nel corso delle cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi. Le loro preghiere sono rimaste a lungo inascoltate, fino all’elezione nel settembre 2013 del tedesco Bach alla presidenza del Comitato Olimpico Internazionale.
“Ne abbiamo passate tante e abbiamo ricevuto tanti no – le parole di Spitzer – ma stavolta non solo ci è stato detto un sì, ma è un grande sì”. “La nostra pazienza ci ha finalmente ricompensate – conferma Romano – è un momento molto emozionante per noi”.
“Siamo rimaste molto impressionate dal design del Memoriale”, ha quindi aggiunto la vedova del pesista. Una scelta di Bach, che ha voluto dedicare agli atleti olimpici scomparsi non solo un pensiero ma un vero e proprio luogo fisico in ogni luogo che ospiterà i Giochi. Al suo interno, sono esposte due pietre provenienti dall’antica Olimpia, sede originaria delle gare, incastonate in una struttura di vetro. Oltre a quelli degli undici atleti israeliani uccisi a Monaco dal gruppo terroristico palestinese denominato Settembre nero, nel corso della cerimonia Bach ha letto i nomi anche di altre persone scomparse durante passate edizioni dei Giochi. Tra loro, il poliziotto tedesco ucciso a Monaco in uno scontro a fuoco con i terroristi, due vittime di una bomba nel 1996 ad Atlanta, e Nodar Kumaritashvili, atleta deceduto in un incidente alla vigilia dei Giochi olimpici invernali di Vancouver nel 2010.
“Abbiamo lottato tutti questi anni – ha concluso Spitzer – perché gli atleti israeliani uccisi a Monaco fossero accettati come parte della famiglia olimpica, perché lo erano. Oggi è successo“.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(4 agosto 2016)