Rio, il giorno delle Olimpiadi

rassegnaSi terrà questa sera la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi di Rio, la prima edizione dei Giochi in Sud America. Il mondo a Rio titola Repubblica mentre La Stampa riporta la presenza all’inaugurazione del Segretario di Stato Usa John Kerry, del Primo ministro italiano Matteo Renzi e del presidente francese Fracois Hollande. La porta bandiera italiana sarà come è noto Federica Pellegrini seguita da una delegazione di 50 atleti. E prima dell’Italia, sarà Israele a sfilare, arrivata a Rio con la più folta rappresentanza di atleti di sempre: 47 per 17 sport diversi.

L’Isis arretra, Libia nuovo fronte. Secondo quanto emerso dalla riunione al Pentagono americano, con il vertice a cui ha presenziato il presidente Obama, l’Isis sta arretrando in Siria e Iraq e per questo Washington ha deciso di aprire un altro fronte in Libia, colpendo l’avamposto jihadista di Sirte. La città, scrive Repubblica è “ancora uno scoglio troppo difficile per le forze del governo Serraj (appoggiato dagli Usa). Di qui l’ipotesi di intensificare la campagna accogliendo l’invito del governo Renzi di usare anche la base di Sigonella”. In Egitto intanto inflitto un duro colpo allo Stato Islamico in Sinai: il Cairo ha infatti annunciato di aver ucciso il capo del movimento Abu Duaa al Ansaci e altri 45 terroristi (Avvenire).

Il totalitarismo religioso dell’Isis. Nel terrorismo islamista si ritrova “una delle caratteristiche peculiari del totalitarismo: l’idea di un nemico oggettivo, cioè di una categoria di persone individuata e colpita (fino al la morte) non per ciò che fa ma per ciò che è”, spiega Giovani Belardelli sul Corriere, tracciando un’analogia tra il totalitarismo nazista e la politica del terrore dell’Isis. “Se siamo di fronte a un terrorismo che predica la nostra distruzione in quanto noi siamo individuati in blocco come nemici, – la posizione di Belardelli – ha poco senso, rischia anzi di portare fuori strada, continuare a evocare la mancata integrazione degli islamici europei di seconda generazione come un modo per combattere il terrorismo”. Per Beppe Severgnini (Corriere Sette), “Gli spacciatori di violenza non hanno il diritto di vivere tra noi (il ministero dell’Interno fa bene ad espellerli). Le comunità islamiche devono collaborare, segnalando e denunciando”.

L’Otto per mille ai musulmani. “Pronti a rinunciare ai finanziamenti dall’estero in cambio di un’intesa”, è quanto affermano alcune delle sigle della realtà islamica italiana che vorrebbero firmare con lo Stato un’intesa appunto per poi poter accedere all’8 per mille. Le comunità però, come racconta un lungo articolo di Repubblica, non riescono a trovare una rappresentanza unitaria, necessaria secondo il governo per aprire una trattativa. “Oggi le principali organizzazioni musulmane, che potrebbero aspirare a un’intesa con lo Stato, sono: l’Ucoii, la Coreis, il Centro islamico culturale che fa capo alla Grande moschea di Roma e la Confederazione islamica italiana (rappresentativa anche del mezzo milione di marocchini che vive in Italia ). E ciascuna è gelosa della propria identità”. La controproposta di queste sigle è di “stipulare accordi separati come accade con le chiese protestanti” ma non sembra una direzione che il governo vuole prendere.

Migranti in Italia. A Milano la Caritas ambrosiana ha lanciato un’iniziativa che vede coinvolti i richiedenti asilo: alcuni di loro – tutti provenienti dall’Africa – infatti sono stati reclutati come volontari per dare una mano agli anziani in città e fare loro la spesa (Corriere della Sera Milano e Repubblica Milano). Intanto sul tema dei migranti, Furio Colombo sul Fatto Quotidiano critica l’ultima iniziativa lanciata dal ministro degli Interni Alfano: un video e un programma radio diretti ai migranti in cui li si invita a non partire dai propri paesi, spiegando i pericoli del viaggio. “Nessuno resta dentro un incendio, – scrive Colombo – persino se rischia di bruciarsi nella fuga”.

Le paure di Londra. Un ragazzo norvegese di origine somala ha accoltellato a morte una coetanea di 19 anni americana a Londra e ha ferito altre cinque persone. “È un malato di mente, non è terrorismo”, hanno spiegato le autorità ma, racconta Repubblica, questo tragico episodio getta benzina sul fuoco in una società, quella britannica, sempre più diffidente rispetto agli immigrati, in particolare dopo Brexit.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked