…integrazione

Oscurato dall’ipervisibilità delle manifestazioni per i 500 anni del Ghetto di Venezia, passa completamente in secondo piano il 150esimo anniversario dell’annessione del Veneto e di parte del Friuli al Regno d’Italia. Tutti noi abbiamo studiato la cosiddetta terza guerra d’indipendenza, caduta un po’ nel dimenticatoio a causa dell’ingloriosa sconfitta della flotta italica a Lissa e delle altrettanto ignobili figure collezionate dal generale La Marmora con le sue truppe di terra. Eppure nell’Agosto 1866 alla fine il Veneto venne assegnato all’Italia, dopo essere stato regalato alla Francia dagli austriaci, offesi e militarmente vittoriosi, ma fatalmente sconfitti a Sadowa dal nemico-cugino prussiano. Dopo il plebiscito di Ottobre, finto rituale democratico, il Veneto fu finalmente italiano, e i suoi ebrei pure. Il fatto non determinò certo cambiamenti epocali, eppure qualcosa mutò in termini sia spirituali che materiali. La borghesia ebraica, già da tempo impegnata con convinzione nel processo risorgimentale, vide confermate le sue prospettive politiche. Facendo seguito alla retorica patriottica testimoniata da testi come il Diario di Letizia Pesaro Maurogonato, furono numerosi gli ebrei che entrarono convintamente nell’agone politico. Molti di loro (in particolare nel Nord-est Italia) divennero consiglieri comunali, ma anche deputati e poco dopo senatori. Si trattava allora di dimostrare un interesse sincero per il bene pubblico, per la gestione della cosa pubblica, e gli ebrei veneti furono protagonisti di una stagione in cui la condivisione delle responsabilità sembrava preludere a un definitivo compimento della promessa di emancipazione. Sappiamo che la stagione durò appena pochi decenni, e che purtroppo la legislazione razziale si incaricò di stroncare in qualche settimana quel sogno originario. Eppure fu una stagione vissuta con passione, di certo ricca di contraddizioni, ma che seguiva un progetto di integrazione sul quale varrebbe la pena riflettere in anni in cui altri – forse più complicati percorsi di integrazione sono in atto.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(5 agosto 2016)