In ascolto
Jonathan Safran Foer
Il grande protagonista di questa settimana è Jonathan Safran Foer, presente in alcune città italiane per parlare del suo ultimo libro, Eccomi, sicuramente destinato al successo che ha già toccato le sue due opere precedenti: Molto forte, incredibilmente vicino e Ogni cosa è illuminata. Entrambi i romanzi sono diventati film ed entrambi i film hanno colonne sonore interessanti.
Le composizioni di Molto forte incredibilmente vicino sono firmate dal francese Alexandre Desplat, che nel corso della sua carriera ha avuto ben quattro nomination all’Oscar e ha lavorato per diversi film tra cui The Queen, Il curioso caso di Benjamin Button, Il discorso del re e The Tree of Life. I brani di Molto forte incredibilmente vicino esprimono la malinconia e la solitudine del ragazzino che ha perso il padre nella tragedia delle torri gemelle, ma non sono mai patetici o strappalacrime; mantengono anzi un ritmo curioso, che accompagna Oskar alla ricerca del misterioso signor Black. Gli interventi delicati degli archi, la lievità del pianoforte, le melodie mai struggenti, concorrono a creare un quadro sonoro interessante, un bel dialogo con le immagini.
Assai diversa è invece la colonna sonora di Ogni cosa è illuminata, perché non è tanto interessata a creare l’atmosfera giusta per la narrazione quanto piuttosto a essere essa stessa narrazione di quel viaggio, fisico e di ricerca di sé, che compie il protagonista. Jonathan è un giovane che per sua stessa ammissione “ha paura di dimenticare” e colleziona in modo maniacale ogni oggetto che ricordi e racconti un pezzo di vita. Partito alla volta di Odessa per ritrovare la donna che durante la guerra riuscì a far fuggire il nonno, si imbatte in una sorta di tour operator a conduzione famigliare, che si muove con la classica Trabant, dai bassifondi di Odessa ai villaggi immersi nei campi di girasoli, tra spazi e distese infinite, che prendono i suoni dei film di Kosturica. L’autore delle musiche di Ogni cosa è illuminata è Paul Cantelon, che attinge al repertorio dell’est Europa, classico e folk. Nei suoi brani riconosciamo le sonorità dei Balcani, il violino allegro del gipsy e la fisarmonica e i fiati che caratterizzano tanta parte del repertorio klezmer. E poi c’è il gipsy punk dei Gogol Bordello, ironico e irriverente; la band compare anche nel film, quando Jonathan arriva all’aeroporto e per lui suona un improbabile inno americano.
Il brano che propongo oggi è tratto da Ogni cosa è illuminata, si intitola Fear of the South ed è firmato dal Tin Hat Trio, gruppo californiano che si cimenta in diversi generi: jazz, blues, bluegrass e musica folk dell’Est Europa. E noi la ascoltiamo nella versione davvero interessante dei Mishkalé.
Consiglio d’ascolto:
Maria Teresa Milano
(1 settembre 2016)