Qui Roma – Segnalibro
Ebree, semplicemente ebree
Otto donne si raccontano
Secondo il titolo del libro di Livia Genah e David Spagnoletto, le otto donne che attraverso altrettante intime interviste si raccontano ai lettori sono … semplicemente ebree. Ma “semplice” non è certo l’aggettivo che è stato loro attribuito nel corso della presentazione svoltasi ieri alla sala del refettorio della Camera dei deputati, condotta insieme agli autori dalla direttrice del Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah Simonetta Della Seta. “Il titolo è provocatorio”, ha infatti svelato fin da subito il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il quale firma anche l’introduzione al volume (edito da Kogoi). “Queste donne non sono affatto persone semplici – le sue parole – sono ebree estremamente complicate, direi più della media, e per questo forniscono una fotografia della realtà molto vivace costituita dall’ebraismo italiano”. Insieme al rav Di Segni, hanno partecipato portando i loro saluti e offrendo la loro prospettiva sull’opera la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello e l’onorevole Gianni Melilla. Presenti in sala alcune delle donne che hanno risposto alle domande di Genah e Spagnoletto, mentre a leggere alcune delle parole di quelle che non hanno potuto essere presenti è stata l’attrice Francesca Gatto.
“Il filo conduttore che lega queste donne, tutte diverse per il modo di vivere la loro vita, la loro cultura e la loro religione, è il fatto di sentirsi ebree – ha osservato Noemi Di Segni – ed è quando ci si sente in un modo che si afferma la propria esistenza”. Per questo, ha aggiunto Della Seta, “le loro risposte formano il grande mosaico di quello che significa oggi vivere ebraicamente, che è la vera forza di queste donne, tutte diverse per età, professione, cultura e religiosità”. Concorda Melilla, il quale ha osservato che “la componente ebraica vissuta in modi diversi è essenziale per la loro identità, e le interviste sono tenute insieme dal filo sottile della spiritualità che lega tutti gli ebrei del mondo”. Le otto protagoniste del libro, che si districano tra i vari ambiti della modernità mantenendo intatta la loro identità ebraica, debbono essere in questo senso considerate secondo Dureghello “maestre di vita, poiché in quel termine, ‘semplicemente’, si racchiude la complessità della sfida delle donne ebree, chiamate a gestire dinamiche molto complicate ma con una semplicità che è di esempio per tutti”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(16 settembre 2016)