Roma – Le lingue della convivenza
“Inaugurare una mostra nelle cui opere si mescolano lettere e linguaggio matematico, lettere ebraiche con lettere di altri alfabeti, ha un valore particolare in un momento storico come questo, in cui l’intolleranza vuole creare barriere. Dobbiamo impedirlo con tutte le nostre forze, ognuno con i mezzi di cui dispone, e la cultura è in grado di attraversare tutti”. Queste le parole pronunciate dal sindaco di Roma Virginia Raggi all’inaugurazione della mostra “Libro aperto. Opere di Paola Levi Montalcini”, a cui è intervenuta la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
L’inaugurazione della mostra, ospitata dal Museo ebraico della Capitale, ha dato il via alle numerose iniziative organizzate in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il cui tema è quest’anno “Lingue e dialetti ebraici”. Argomento che nella Capitale è stato declinato dando rilievo al dialetto giudaico-romanesco che, ha spiegato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni nel suo intervento, “non è soltanto una memoria del passato ma lessico vivo nella quotidianità, negli scambi, nelle relazioni sociali. Un patrimonio da custodire e diffondere in tutta la società”.
La opere di Paola Levi Montalcini, sorella di Rita Levi Montalcini, in prestito al Museo ebraico dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, coniugano grazie a una tecnica complessa l’astratto codice delle lettere, recuperate dall’artista dalle scritture antiche e dai segni alfabetici di diverse culture, con la matematica e la geometria. Un’arte che, ha osservato Raggi, “fa vedere come la cultura ebraica sia pervasa dalle influenze dei luoghi in cui si trova”, ricordando che “siamo tutti fratelli, abitanti di questa città e del mondo”. Una vocazione al dialogo condivisa anche dal presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, scomparso nei giorni scorsi, al cui ricordo già ieri sera la presidente della Comunità ebraica Dureghello ha voluto dedicare le iniziative romane per la Giornata della Cultura. “Ciampi seppe sempre sottolineare il ruolo degli ebrei italiani – ha ribadito alla presenza del sindaco – per il loro passato millenario ma anche per il futuro”.
Un legame con il passato ma anche con le sorti del paese messo in rilievo anche dal neo ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs, il quale ieri sera ha ricordato “i ponti che l’ebraismo italiano ha costruito e ancora costruisce”, mantenendosi una presenza viva. Grazie alla loro “babelica biblioteca”, ha aggiunto stamattina anche l’assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio Guido Fabiani, “gli ebrei si sono infatti inseriti in tutti i filoni della cultura non solo italiana ma anche europea”. In questo senso la compresenza linguistica, ha sottolineato l’assessore alla Cultura della Kehillah capitolina Giorgia Calò, non costituisce dunque una contraddizione all’interno dell’ebraismo, bensì una ricchezza da preservare.
Su una apparente contraddizione si è concentrato anche l’evento che nella serata di ieri ha aperto le riflessioni della Giornata, intitolato “Il linguaggio scientifico e il linguaggio poetico nel Talmud e nella Cabbalà”, con il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e l’ebraista Giulio Busi, moderati dalla direttrice del Progetto di traduzione italiana del Talmud Babilonese Clelia Piperno. A mettere in luce questa contrapposizione all’interno dei testi della cultura ebraica, ha ricordato quest’ultima, è stato per primo il grande talmudista Adin Steinsaltz. Essa fa però parte di un dibattito su cui da sempre si concentrano gli studiosi di letteratura, ha aggiunto il rav Di Segni, dal momento che si tratta di un problema che ha strettamente e pragmaticamente a che fare con il reale. “È in esso che risiede la zona di tensione tra i due tipi di linguaggio, e cioè nel momento in cui i sogni e le preghiere espressi nella poesia religiosa diventano oggetto della politica – le sue parole – con tutti i rischi che vengono da questi utilizzi, legati a molti dei problemi di oggi, come ad esempio il fondamentalismo dell’Isis”. La sintesi tra la dialettica tra questi due linguaggi all’interno della letteratura sapienziale ebraica va invece ricercata secondo Busi nei testi che trattano di cosmogonia. “In essi si parla di una conoscenza specifica di carattere protoscientifico, trasmessa dal profeta, che vi ha accesso, attraverso un linguaggio che modernamente potremmo definire poetico, ricco di metafore e passaggi criptici”, ha spiegato. Per affrontare tali testi è dunque per lui necessario allontanarsi da una mentalità di distinzione dei due linguaggi: “Chi arriva a quel grado di conoscenza – le sue parole – si addentra in un sapere da trasmettere con una lingua particolare, che copre e vela, e costituisce una caratteristica molto particolare dell’ebraismo”.
E il Talmud è stato protagonista anche nella mattinata di oggi, con un incontro in cui il rav e preside della scuola ebraica di Roma Benedetto Carucci Viterbi ha illustrato “Come si studia una pagina di Talmud”. Ognuna di esse, ha spiegato, “contiene una stratificazione cronologica e geografica, in cui si trovano tanti tempi e tanti spazi diversi, unificati dalla lingua”.
A descriverla era stata precedentemente l’insegnante Hora Aboaf, che ha portato il pubblico ad addentrarsi nella “Via sotterranea della parola ebraica”. E il programma romano della Giornata Europea della Cultura Ebraica è fitto di molti altri appuntamenti, tutti dedicati al tema di “Lingue e dialetti ebraici”. Dopo la serata di ieri, conclusasi con il concerto-spettacolo del musicista israeliano Eyal Lerner, intitolato “Lingua madre. La musica ebraica tra lingue e culture diverse”, con canti in ladino, yiddish ed ebraico moderno, da stamattina il Museo ebraico e il Tempio maggiore hanno aperto le loro porte, mentre il gruppo giovanile di Haviu et Hayom ha dato vita a una “Babele in rime”, con la distribuzione nel quartiere dell’ex ghetto di testi di poesia ebraica in diverse lingue e dialetti. Le visite guidate si estendono inoltre al sito archeologico di Ostia Antica, dove Giacomo Moscati porta alla scoperta dei resti di una antichissima sinagoga.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(18 settembre 2016)