Qui Roma – Tradurre, una sfida complessa
Molti studiosi a confronto
“D-o conceda a Yafet estesi confini ed abiti nelle tende di Shem”. Dall’interpretazione di questo versetto della Torah (Genesi IX, 27) ha origine uno dei maggiori dibattiti sulla traduzione dei testi sacri in lingue diverse dall’ebraico e l’aramaico. Alcuni maestri hanno infatti letto in questo augurio espresso da Noè la speranza che le parole di Yafet, cioè il greco, potessero risiedere nelle tende di Shem, che rappresenta l’ebraico, ma le discussioni sulla legittimità di questo processo, con i benefici ma anche i pericoli che l’apertura comporta, sono proseguite nei secoli senza mai esaurirsi. E dunque non poteva esserci occasione migliore dei giorni che seguono la pubblicazione del primo trattato del Talmud Babilonese tradotto in italiano e la Giornata Europea della Cultura Ebraica, il cui tema quest’anno è stato “Lingue e dialetti ebraici”, per ripercorrere, proseguire e approfondire questo dibattito, con un convegno intitolato “Yafet nelle tende di Shem. L’ebraico in traduzione”. La due giorni, che si terrà al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane domani e giovedì, è coordinata da Raffaella Di Castro, in collaborazione con un comitato scientifico di cui fanno parte anche i rabbini Roberto Della Rocca e Gianfranco Di Segni, Silvano Facioni, Irene Kajon, Myriam Silvera, Ada Treves e Micaela Vitale, e con la partnership dell’Università di Roma La Sapienza, l’Università della Calabria, il Centro interdipartimentale di Studi ebraici “Michele Luzzati”, il Centro ebraico il Pitigliani, la casa editrice la Giuntina e la libreria Kiryat Sefer.
Quando si parla di traduzioni, diversi passi del Talmud e del Midrash mettono dunque in luce da un lato l’importanza della specificità culturalle ebraica, dall’altro la necessità di un’apertura verso l’esterno. Questo alternarsi di atteggiamenti universalistici e particolaristici, si spiega nell’introduzione al convegno, anticipa questioni di grande attualità quali il contatto, lo scambio e la mediazione tra culture diverse e le strategie di sopravvivenza di gruppi minoritari all’interno di contesti maggioritari fortemente omogenei. In un’ideale continuità con la discussione dei Maestri, il convegno si concentrerà sulle traduzioni dei testi sacri di ieri, di oggi e anche di domani, prodotte in lingue e luoghi diversi, e sui dilemmi filosofici che circondano questi complicati processi.
Ad aprire i lavori sarà dunque una delle traduzioni più recenti e più innovative, quella del Talmud Babilonese in italiano, di cui è uscito il primo volume, il trattato di Rosh Hashanà, pubblicato da Giuntina. A raccontare l’impresa, portata a termine grazie anche all’ideazione di un software innovativo, saranno il presidente del Progetto di traduzione italiana del Talmud Babilonese rav Riccardo Di Segni, la sua direttrice Clelia Piperno e il suo coordinatore dei traduttori rav Gianfranco Di Segni. Una presentazione che precederà l’apertura del ciclo di lezioni dal trattato di Rosh Hashanà, il cui primo appuntamento sarà domani sera al centro ebraico il Pitigliani, sempre con il rav Di Segni e Clelia Piperno, condotti da Daniele Fiorentino.
Il dibattito del convegno andrà quindi subito al cuore della questione filosofica, affrontando subito in due primi panel moderati da Raffaella Di Castro il tema di “Traduzione possibile/impossibile: dal Talmud alla filosofia contemporanea”, con il rav Roberto Della Rocca e Silvano Pacioni, e poi Orietta Ombrosi e Stefano Perfetti. Altri spunti sul tema verrano poi nella seconda giornata dalle letture di testi biblici e talmudiche a cura del rav Benedetto Carucci Viterbi e di Stefano Levi Della Torre.
Nel corso della due giorni si racconterà quindi l’opera di traduzione di testi sacri in italiano nel corso dei secoli – dalle “Traduzioni ebraico-italiane dal Rinascimento al Novecento”, su cui si concentreranno Alessandro Guetta e Alberto Cavaglion moderati da Irene Kajon, alle “Traduzioni italiane della Bibbia”, descritte da Luciano Tagliacozzo e Ida Zatelli moderati da Gadi Piperno – ma anche quella in tedesco della Bibbia, di cui parleranno Kajon e Massimiliano De Villa, moderati da Roberta Ascarelli, nella mattina di giovedì.
Spazio nella seconda giornata anche alle “Traduzioni antiche della Bibbia”, con Shmuel Sermoneta Gertel e Giuseppe Veltri moderati da Myriam Silvera. Ma nel mondo di oggi non si può non fare i conti con la tecnologia. Perciò, dopo uno sguardo tanto articolato al passato, Ada Treves, che ha curato su Pagine Ebraiche il dossier “Lingue e linguaggi” proprio legato al mondo della traduzione, modererà un momento del convegno intitolato “L’ebraico oggi e domani”, dedicato alle prospettive future, con Shulim Vogelmann, Elena Loewenthal e Brett Lockspeiser.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(27 settembre 2016)