Shimon Peres (1923-2016)

rassegna“Cordoglio in tutto il mondo per la scomparsa dell’ex Presidente d’Israele Shimon Peres, morto nella notte all’età di 93 anni. “Addio alla colomba Shimon Peres”, il titolo che apre la homepage del sito del Corriere, e scelte simili anche per Repubblica e La Stampa. “Con Peres scompare uno degli uomini che più ha segnato la storia del ventesimo e del ventunesimo secolo. – il ricordo della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni – Del moderno Stato di Israele è stato uno dei padri fondatori, una delle figure che maggiormente ne ha plasmato la storia, l’identità e la visione. Ma globali, nel solco di quell’impegno, sono stati il suo coraggio e il suo messaggio di fratellanza e amicizia tra i popoli. Un messaggio veicolato universalmente grazie a qualità e sensibilità fuori dal comune”.
“La testimonianza tangibile dell’incisività del suo lavoro – prosegue Di Segni – nelle parole e nelle testimonianze di cordoglio che stanno arrivando da tutto il mondo e che descrivono l’intero arco di una vita straordinaria, segnata da grandi incontri ma anche da grandi complessità, e giustamente premiata con il Nobel per la Pace”.
“L’umanità intera piange Shimon Peres: uomo di cultura, dialogo, coraggio larga visione. Sia il suo ricordo di benedizione per noi tutti”.

Italia e Israele insieme per la cyber-sicurezza. Prenderà il via domani a Roma il forum che raduna esperti di fama internazionale dedicato alla cybersecurity. Ad organizzarlo per la prima volta in Europa, l’israeliana Cybertech Global Events in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica. “L’ultima edizione, svoltasi a Tel Aviv, – racconta il quotidiano Italia Oggi – ha fatto registrare oltre 10 mila delegati provenienti da 50 nazioni con centinaia di aziende rappresentate”.

Il Congresso ebraico mondiale e l’incontro con Bergoglio. Sull’Osservatore Romano un’ampia ricostruzione dell’incontro in Vaticano con papa Bergoglio di una delegazione del Congresso ebraico mondiale, guidata dal presidente Ronald Lauder, accompagnato – come ha raccontato il Portale dell’ebraismo italiano – dalla presidente dell’UCEI Noemi Di Segni. L’accoglienza degli immigrati e la loro piena e reale integrazione, l’impegno per la pace in Medio Oriente, il pericolo degli estremismi religiosi, il punto sul dialogo interreligioso, sono alcuni dei temi toccati.

“Yafet nelle tende di Shem. L’ebraico in traduzione”. È il titolo della densa due giorni di convegno, ideata e coordinato da Raffaella Di Castro, che apre in queste ore al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L’obiettivo, quello di declinare la sfida della traduzione in un contesto molto peculiare come quello ebraico. Un’idea che nasce come risposta agli stimoli suscitati dalla recente traduzione in italiano del primo trattato del Talmud babilonese e dai temi sollevati in occasione dell’ultima Giornata Europea della Cultura Ebraica, che aveva come tema “Lingue e dialetti ebraici”. Tanti gli autorevoli relatori protagonisti tra oggi e domani del convegno.

Carlo De Benedetti e l’esempio di Israele. Intervista a tutto campo sul Corriere della Sera all’imprenditore Carlo De Benedetti, che dipinge un quadro preoccupante per il futuro dell’Europa tra populismi, spinte verso l’estrema destra e crisi economica. “Siamo alla vigilia di una nuova, grave crisi economica. Che aggraverà il pericolo della fine delle democrazie, così come le abbiamo conosciute”, la pessimistica previsione dell’imprenditore che poi, riflettendo sulla situazione italiana, pone come modello da seguire lo Stato d’Israele: “L’energia umana è molto più importante del petrolio.- afferma De Benedetti – Ad esempio Israele ha un’intelligenza per centimetro quadrato che non esiste in nessun’altra parte del mondo; con il servizio militare che serve a educare i cittadini, a farli studiare, a formarli all’uguaglianza. Un Paese naturalmente socialista”.

“I milanesi recuperino la Memoria e vengano al Binario 21”. È l’appello della Testimone Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e deportata proprio da quel binario 21 della Stazione Centrale di Milano dove oggi sorge il Memoriale della Shoah. Un luogo, denuncia la Segre, ancora troppo poco conosciuto dai milanesi. “Ci vengono tanti studenti al Memoriale, certo. – sottolinea al Corriere Milano la Testimone – Ma la verità è che i milanesi, i miei concittadini, questo luogo della memoria non sanno che esiste. E se lo sanno non ci vengono. È questo che mi fa male. Perché la memoria è la cosa cui ho dedicato la vita. E questo invece è quello che vorrei fare in tempo a vedere, ormai che ho 86 anni: i milanesi che vengono qui, a vedere cosa era successo, ad ascoltare il nostro ricordo. Altrimenti quando fra un po’ non ci sarò più, quando anche i pochissimi tra i pochissimi rimasti non ci saranno più, chi racconterà ciò che noi non potremo più raccontare?”.

Trump e l’appoggio degli ebrei americani. Non guarda ai dati il Fatto Quotidiano nel raccontare il rapporto tra Donald Trump e gli ebrei che fanno parte del mondo conservatore americano. Secondo il giornale l’Aipac – la più grande riunione di gruppi statunitensi a sostegno di Israele – avrebbe aiutato Trump (che il Fatto definisce “tycoon colono” ) ad ottenere la nomination repubblicana eppure l’organizzazione non è formata solo da conservatori. Non solo, stando ai dati gli ebrei repubblicani Usa hanno poca fiducia in Trump e lo dicono i dati ufficiali. Tra gli ebrei che hanno fatto donazioni per le campagne di Clinton e di Trump, solo il 5 per cento ha scelto di finanziare quest’ultimo. Pochissimi se si pensa che nel 2012 il 29 per cento scelse il repubblicano Romney.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(28 settembre 2016)