Peres, l’ultimo saluto

rassegnaNel giorno dell’ultimo saluto (qua il link per seguire in diretta la cerimonia: http://www.iba.org.il/liveProgram.aspx?scode=2179577), numerose le testimonianze in ricordo di Shimon Peres pubblicate sui giornali italiani.
“Shimon Peres ha creduto fino al suo ultimo giorno nella pace e, più di tutto, nell’educazione alla tolleranza e nell’educazione in generale” scrive su La Stampa il neo ambasciatore israeliano Ofer Sachs. Dal diplomatico parole di forte apprezzamento per l’intervento di ieri (ospitato nelle stesse pagine) dell’ex capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano che, al pari di Peres, “è simbolo della stessa generazione di padri fondatori, che hanno servito il proprio Paese e le giovani generazioni per vari decenni”. Così invece lo ricorda David Grossman su Repubblica: “Fin dall’inizio della carriera, Peres era stato un personaggio importante ma non esattamente amato. Non era schietto, comunicativo; non sapeva parlare al cuore degli israeliani, o, meglio, ai loro istinti. Per questo i suoi ultimi anni da presidente erano stati tanto belli per lui. Per la prima volta aveva percepito l’amore della gente, aveva la sensazione di essersi conquistato un posto nel cuore di chi lo aveva sempre considerato un visionario, talvolta anche un traditore”. Sull’Osservatore Romano, il rabbino Abraham Skorka ricorda l’amicizia con Bergoglio. ” I due grandi leader mondiali – spiega – si erano conosciuti poche settimane dopo l’elezione di Bergoglio al pontificato. C’era stata subito un’intesa tra loro e un sentimento di affetto aveva cominciato a unirli”.

È scomparso all’età di 75 anni Nemer Hammad. “Addio al palestinese della Prima Repubblica” titola La Stampa. “Questo strano e misterioso palestinese – viene spiegato – è ricordato in Italia soprattutto per il ruolo durante sequestro dell’Achille Lauro, dove viene assassinato l’ebreo americano Leon Klinghoffer. È il momento della crisi fra Craxi e Reagan ma è grazie ad Hammad che il capo del commando, Abu Abbas, fugge a Belgrado e i dirottatori non finiscono in mani americane”.
Ed è inoltre lui, pensano in molti, che nel periodo degli attentati alla sinagoga e a Fiumicino, garantisce gli accordi segreti fra Italia e palestinesi. “Ma con le intese di Oslo, voilà – scrive ancora La Stampa – Hammad diventa entusiasta del dialogo e incontra Tullia Zevi. Nel frattempo i figli sono diventati romani, frequentatori della vita notturna. E lui, per fantastico ribaltamento, lotta contro la malattia in un ospedale di Tel Aviv”.

La Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex direttore generale dell’ospedale Isreaelitico, Antonio Mastrapasqua, e di altre sedici persone, tra manager e operatori, coinvolti nell’inchiesta su una presunta truffa ai danni del sistema sanitario. Entro venti giorni, spiega Il Tempo, i difensori dei diciassette imputati dovranno depositare inchieste istruttorie dopodiché la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio.

I vigili urbani di Roma hanno sgomberato una palazzina che era stata occupata abusivamente da alcune famiglie e da una ventina di attivisti del movimento estremista di destra Casapound. Luogo dell’intervento via del Colosseo 73, a due passi da via dei Fori Imperiali, dove c’è un immobile di proprietà del Comune. Alla fine dell’operazione, riporta tra gli altri il Messaggero, i vigili hanno arrestato sedici persone, quasi tutti attivisti, tra cui l’ex candidato sindaco Simone Di Stefano.

Su Repubblica, Wlodek Goldkorn recensisce Il diario perduto del nazismo (ed. Newton Compton) di Robert K. Wittman David Kinney. La storia del diario ritrovato del gerarca nazista Alfred Rosenberg, che teorizzò la mistica del sangue e la Shoah e che anche Hitler temeva. “Cresciuto in città periferiche e multiculturali, Tallin e Riga, dove abitavano tedeschi, estoni, lettoni, russi, ebrei e che appartenevano all’Impero zarista, decise che la purezza della razza era l’unico valore assoluto, quasi a rinnegare la propria infanzia e gioventù, quasi a cercare di essere più tedesco dei tedeschi: capita ai neofiti” scrive Goldkorn.

Sul sito de La Stampa, nella sezione Vatican Insider, una testimonianza di Lisa Palmieri Billig sulla percezione ebraica della tre giorni di iniziative per la pace organizzate dalla Comunità di Sant’Egidio ad Assisi. “Oggi, sempre più ebrei, assieme ai fedeli di altre religioni – scrive Billig – riconoscono che la diplomazia interreligiosa, lo ‘Spirito di Assisi’ – l’uso della religione come forza per il bene e alleata degli operatori di pace – è un potente antidoto contro l’estremismo religioso e il terrorismo”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(30 settembre 2016)