Qui Roma – Nel nome di Stefano

A 34 anni dall’attentato alla sinagoga di Roma, il nome di Stefano Gaj Taché evoca ricordi drammatici. Il simbolo di una comunità ferita mortalmente dall’odio, ma anche la coscienza sporca di chi alimentò nei mesi precedenti un clima d’odio.
Il piccolo Stefano, vittima del terrorismo, “il nostro bambino, un bambino italiano” evocato dal capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo commovente discorso di insediamento, per Gadiel è il fratellino strappato al suo affetto dai criminali palestinesi che colpirono la Comunità ebraica il 9 ottobre di 34 anni fa.
In occasione dell’anniversario, domenica alle 18 al Tempio Beth Michael, sarà proprio Gadiel a ricordare Stefano e quella terribile ferita aperta in un dialogo con il giornalista Pierluigi Battista, con cui decise nel 2011 di rompere il silenzio.
La giornata si aprirà con una commemorazione alle 11.50, in Largo Stefano Gaj Taché.

(7 ottobre 2016)