Arte ebraica, le antiche ketubbot in mostra
Il rapporto tra arte ed ebraismo. Un argomento estremamente complesso che già si evince dal titolo della giornata di studi in programma giovedì mattina a partire dalle 9 al Centro Bibliografico Tullia Zevi dell’Unione dele Comunità Ebraiche Italiane: “Immagini vietate o permesse?”. Un chiaro riferimento al divieto dell’idolatria, che si è tradotto storicamente in una frequentazione un po’ problematica, nel mondo ebraico, dell’espressione artistica. Privilegiando l’adornamento di oggetti sacri o legati al rito, spesso artisticamente e riccamente decorati. Ne sono un esempio le ketubboth, i contratti matrimoniali ebraici, di cui alcuni esemplari, provenienti dal fondo del Centro Bibliografico, potranno essere ammirati nella piccola ma significativa esposizione che sarà allestita a margine del simposio.
“Saranno esposte dieci ketubboth, nove di Senigallia e una di Ancona” spiega Micaela Vitale, responsabile delle attività culturali del Pitigliani, tra i relatori del convegno, con un intervento sull’argomento. “Si tratta di contratti matrimoniali dell’‘800, decorati con diversi tipi di figure, animali, vegetali, umane e anche mitologiche, come alcuni animali fantastici”.
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Il fondo di ketubboth del Centro Bibliografico dispone in tutto di oltre sessanta manufatti. Quarantaquattro provengono da Senigallia, e riguardano matrimoni avvenuti anche ad Ancona e Perugia. Quattro provengono dalla biblioteca del Collegio Rabbinico, cinque sono frutto di una donazione, infine dodici sono state depositate dalla Comunità ebraica di Mantova”.
“Le ketubboth provenienti da Senigallia permettono un interessante sguardo sull’Italia ebraica dell’‘800”, sottolinea Vitale. “E hanno caratteristiche – aggiunge – in comune con quelle di altre città italiane, testimoniando uno scambio proficuo di ‘saperi’ anche allora. È utile approfondire il legame tra arte e cultura ebraica. Nei secoli si è diffusa la credenza che gli ebrei non abbiano prodotto arte. Anche se di sicuro c’è stata una diversa sensibilità per l’arte figurativa, gli ebrei hanno saputo esprimersi con efficacia e producendo opere di notevole interesse. Spesso funzionali o legate al rito, ma di grande valore artistico.”
Marco Di Porto
(1 novembre 2016)