Grasso: “Memoria non è retorica
ma strumento a difesa dei valori”

20161108_101336“Il ricordo non può essere solo un esercizio retorico, ma un pungolo per la società, per interrogarsi, per riflettere. Affinché voi ragazzi, a cui guardiamo con speranza nell’affrontare le sfide che abbiamo davanti, non assistiate mai più all’umiliazione della dignità dell’uomo”. Così il Presidente del Senato Pietro Grasso nell’intervenire all’appuntamento che ha avuto luogo nelle scorse ore a Roma a Palazzo Giustiniani, una delle sedi di rappresentanza del Senato, per celebrare il traguardo delle cinquecento pietre d’inciampo apposte in Italia dal 2010 ad oggi.
L’evento, promosso dalla Senatrice Silvana Amati, in collaborazione con la storica animatrice del progetto delle stolpersteine in Italia Adachiara Zevi, ha visto intervenire un folto pubblico, fatto anche di studenti di istituti superiori di Roma, coinvolti in questi anni in iniziative di Memoria.
“Un percorso importante, fatto anche con le scuole, con i licei”, ha sottolineato la Amati, prima firmataria del disegno di legge sul negazionismo approvato nel maggio scorso. “Ed è proprio agli studenti che è rivolto il messaggio più significativo, quello di non dimenticare”.
Tante le presenze istituzionali nella prestigiosa Sala Zuccari, dall’Ambasciatrice di Germania Susanne Wasum-Rainer al Vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma Ruben Della Rocca, agli esponenti di Anpi e Aned. E poi tanti sindaci e rappresentanti di Comuni che hanno voluto onorare il ricordo dei loro cittadini deportati, ebrei, partigiani, militari, disseminando nelle strade e piazze delle loro città un sampietrino di ottone dorato, con su inciso il nome della persona, la data di nascita, la destinazione nell’universo concentrazionario nazista, la data della morte. Da Bolzano a Viterbo, da Genova a Siena, da Torino a Venezia a Roma, sono ventuno i luoghi in Italia in cui, camminando, è possibile inciampare metaforicamente in un’opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, che le ha ideate e apposte in centinaia di città in tutta Europa.
“La nostra Memoria si rinnova ancorandosi a date e luoghi”, ha detto la storica Anna Foa, in cattedra per una lectio magistralis sul senso del ricordare. “Molto si è parlato dei rischi del cammino della Memoria, fatto inizialmente di rimozione, poi di un lungo periodo di definizione e affermazione, e oggi del paventato rischio di istituzionalizzazione. Ma io non credo ci sia un rischio eccessivo in questo senso. Credo che i valori della Memoria e della storia siano in grado da soli di fare da argine.”
A prendere la parola anche il Consigliere della Comunità Ebraica di Venezia Paolo Navarro Dina, la Direttrice del Museo della Deportazione di Prato Camilla Brunelli, il Sottocapo di Stato Maggiore dei Carabinieri Enzo Bernardini. E Adachiara Zevi, anima dell’iniziativa da molti anni con la sua associazione Arte in Memoria, che ha definito le cinquecento stolpersteine apposte in Italia in sei anni “un risultato impensabile. Ma chi ben comincia è a metà dell’opera: già le prime trenta pietre apposte nel 2010 contenevano in nuce il senso dell’iniziativa, che invita alla condivisione della Memoria. E infatti erano dedicate ad ebrei e ad altri perseguitati e deportati, restituendo il senso di un vissuto comune, che riguarda tutti.”

Marco Di Porto