Israele e il nuovo presidente Usa Livni: “Sull’Iran ha ragione”
In Medio Oriente si aspetta con grande attesa quali saranno le decisioni del nuovo presidente Usa Donald Trump sul fronte internazionale. E Israele è tra coloro che attendono di capire le scelte di Trump. “Certo, l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca avrà un effetto sugli Usa, sull’Europa e sul Medio Oriente, ma è chiaramente troppo presto per capire cosa sarà. Dico soltanto che l’interesse dei leader politici israeliani è che la nostra dirigenza abbia un buon rapporto con quella americana, e per questo lavoreremo anche noi alla Knesset”, la valutazione dell’ex ministro della Giustizia israeliano Tzipi Livni, intervistata oggi da Repubblica. La Livni, a domanda sul nucleare iraniano e le volontà di Trump di rivedere l’accordo Usa sul nucleare, non scende dei dettagli ma sottolinea che Teheran continua ad essere una minaccia: mentre gli altri stati combattono il terrorismo, “non possiamo dimenticare che l’Iran è uno stato che fomenta il terrorismo, che lo alimenta sostenendo Hamas e Hezbollah, due organizzazioni classificate come terroristiche. Il contenimento dell’Iran è necessario per tutti”.
Acquedotto italiano a Gaza. La difficile situazione della Striscia di Gaza rispetto alla disponibilità d’acqua è cosa nota. Per darvi risposta la Banca mondiale, dopo una gara internazionale, ha finanziato un progetto di acquedotto elaborato da un consorzio italiano formato da Lotti Ingegneria di Roma e AI Engineering di Torino. “È prevista la realizzazione di un dissalatore, – scrive La Stampa raccontando il progetto- che sarà costruito a metà dei 40 chilometri della Striscia, e di due diramazioni di tubazioni che percorreranno Gaza in direzione Nord e Sud a partire da quel punto, sfruttando come tracciato la sede della vecchia linea ferroviaria posata dagli inglesi agli inizi del secolo scorso”.
Grossman e la letteratura per bambini. “Dopo ogni romanzo scrivo qualcos’altro, commedie, poesie, testi per un’opera, saggi, ma soprattutto fiabe. È un canale aperto con me stesso soprattutto da quando sono nonno di due nipotine, e ho il privilegio di assistere alla creazione di un essere umano, seguire il modo in cui impara a camminare, giocare, vivere nel kibbutz, dire io e dire tu, trovarsi in piccoli incidenti”. Così lo scrittore israeliano David Grossman racconta a Repubblica il perché della sua attenzione verso i più piccoli, con tanti libri scritti proprio per i bambini. Guardando al presente, lo scrittore afferma che oggi però è più duro crescere: “Quando ero bambino e giovane genitore, i limiti erano più chiari. C’era una gerarchia, con i genitori, gli insegnanti, e più tardi l’esercito. Un centro del mondo chiaro. Forse era un’illusione ma dava stabilità. Ora tutto è saltato. E i bambini avvertono la fragilità degli stessi genitori, che sono bambini anche loro”.
Attenzione al nuovo antisemitismo. In una lettera pubblicata sul Foglio, l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano sottolinea i pericoli dell’antisionismo: quest’ultimo, scrive Napolitano, è “vero e proprio travestimento dell’antisemitismo, al cui rifiuto si rende formale ossequio, ma che in realtà si esprime negando le ragioni storiche della nascita stessa dello Stato di Israele, e quindi della sua vita indipendente e della sua sicurezza”. Le parole di Napolitano sono arrivate in occasione dell’incontro organizzato dal Foglio ieri a favore d’Israele.
Terrorismo. La polizia in Kosovo ha annunciato di aver arrestato diciannove persone (18 kosovari e un macedone) negli ultimi dieci giorni, sospettate di avere legami con il Daesh e di pianificare attentati in Kosovo e nella vicina Albania, in particolare contro la nazionale di calcio israeliana. La polizia — affermano i media israeliani — ha indicato che i sospetti erano in contatto con un membro del Daesh, l’autoproclamato “comandante degli albanesi in Siria e in Iraq” (Avvenire).
I mille travestimenti di Dosi. Quando le sue indagini si fecero scottanti, fu spedito in manicomio dai fascisti ma riuscì a salvare dal fuoco l’archivio romano della Gestapo che ora va, in parte, online. Il protagonista di questa storia, raccontata oggi da La Stampa è il funzionario di polizia Giuseppe Dosi.
Cinema. “Memoria senza più i testimoni, la svolta del cinema sulla Shoah”, titola La Stampa raccontando gli “ultimi film che si confrontano con il tema della Shoah, lo fanno senza rappresentare l’orrore”. Si tratta di una “tendenza della nuova onda di registi. Un esempio è La verità negata (Denial) di Mick Jackson.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked