Qui Torino – Archeologi a Gerusalemme

Serata dedicata all’archeologia al Circolo dei lettori, promossa dal Gruppo sionistico piemontese e della Comunità ebraica di Torino con un ospite d’eccellenza. Si tratta di Dan Bahat, uno dei più grandi personaggi dell’archeologia israeliana, che ha condotto scavi a Gerusalemme, portando alla luce il tunnel che scorre alla base del Kotel (Muro Occidentale), forse la più celebre scoperta fatta dallo studioso. Interventi e scoperte che portano il suo nome riguardano anche Masada, un altro luogo simbolo del territorio d’Israele, dove sono stati rinvenuti cocci con nomi di ebrei databili alla caduta della fortezza. Gli scavi più significativi riguardano senza dubbio Gerusalemme tanto da definire Dan Bahat l’archeologo ufficiale della città. Bahat è anche autore di un noto volume di archeologia, “Atlante di Gerusalemme”, un’opera unica sotto il profilo storico ed archeologico. Oltre 400 immagini a colori tra cartine, disegni, foto, riproduzioni di monete antiche e ricostruzioni di palazzi. Si comincia dalle origini, dal primo insediamento, fino alla Gerusalemme degli anni Sessanta.
Bahat ha cercato di portare il pubblico nel vivo del suo lavoro, ripercorrendo attraverso fotografie e immagini il suo percorso di ricerca sul campo. Al centro dei suoi studi i luoghi santi di Gerusalemme, l’architettura della città, dove le tre religioni si sono incontrate, scontrate, fuse, avvicinate fino a convivere materialmente, oltre che nella realtà, negli elementi architettonici, nei resti, nelle fondamenta di templi. Una fusione e commistione con le varie epoche storiche e le diverse culture religiose, che l’archeologia ha decostruito, fino ad attribuire in modo scientifico la paternità culturale, stilistica e religiosa dei diversi ritrovamenti. Una delle scoperte più dirompenti di Dan Bahat riguarda sicuramente i templi ebraici: la vulgata classica parla dell’esistenza di due templi, il cosiddetto “Primo Tempio”, quello distrutto dal babilonese Nabucodonosor II nel 586 a.C. Il “secondo Tempio” di Gerusalemme sarebbe il tempio di Erode. Ebbene Bahat ha parlato invece di quattro templi, due in più rispetto alla vulgata tradizionale: il primo è un piccolo tempio, precedente a quello poi distrutto da Nabucodonosor, che diventa quindi il secondo. Tra quello distrutto e quello cosiddetto di Erode, ce ne sarebbe un terzo, risalente al III secolo a.C.
Bahat – presentato a Torino da Emanuel Segre Amar – con i suoi studi sconvolge così il credo comune, aprendo sipari sul passato e fornendo terreno fertile per nuovi studi.

Alice Fubini