L’esodo del Mediterraneo

bassanoIn questi giorni in Israele e su queste pagine si ricorda l’esodo forzato, e in gran parte dimenticato, di quasi un milione di ebrei dal mondo musulmano, verso Israele, l’Europa o le Americhe, avvenuto dal 1948 al 1970. Ebrei che per millenni hanno vissuto in Nordafrica, in Iraq o in Iran, considerando questi paesi la propria casa, incentivando lo sviluppo delle società locali, in armonia e talvolta in disarmonia con i propri vicini cristiani e musulmani. In alcuni di questi luoghi è scomparsa completamente una presenza ebraica, in altri è stata drasticamente ridimensionata.
Il Novecento è stato il secolo degli stati nazionali, ed anche il secolo delle Diaspore. I confini sono stati continuamente ritracciati e più volte le minoranze, percepite come un elemento estraneo e sospettato di slealtà, sono state perseguitate ed espulse dalla propria terra d’origine. Gli armeni e i greci lasciarono la Turchia, i turchi la Grecia, i tedeschi l’Est Europa nel dopoguerra, i cristiani la Siria, gli indiani musulmani l’India o gli italiani le coste croate. Tutte queste minoranze in gran parte sono state inglobate e assimilate nel paese dei propri antenati o in altri luoghi, e raramente tra i loro discendenti permangono moti irredentistici o nazionalistici che insistono su un ritorno o una riconquista delle terre natie.
Nessuno dimentica che numerosi arabo-palestinesi con la guerra civile del 1948 abbandonarono, forzatamente o meno, i propri villaggi per rifugiarsi nei paesi limitrofi, ciò che viene chiamata comunemente “Nakba” e che è tra le motivazioni del conflitto arabo-israeliano stesso. Una ferita aperta, sulla quale diversi politici e storici israeliani hanno più volte riflettuto e fatto i conti, specie negli ultimi anni. Ma chi parla ripetutamente di Nakba accusando Israele, oltre a sottolineare raramente che nel suddetto stato continuano a vivere un milione e mezzo di arabi, perché non rimarca mai le scarse responsabilità dei paesi arabi, nei quali il più delle volte gli arabo-palestinesi continuano a vivere come rifugiati nei campi profughi come cittadini di serie B?

Francesco Moises Bassano

(2 dicembre 2016)