La lezione dei Navajo
Sembrerebbe difficile trovare una connessione tra gli studenti di una scuola in una riserva Navajo in Arizona e la Shoah, eppure Shannon Allison – insegnante di inglese alla Shonto Preparatory High School – ha di recente contribuito a costruire questa connessione.
Dopo aver preso parte a un progetto organizzato presso lo United States Holocaust Memorial Museum, il Museo della Shoah di Washington, Shannon ha messo in pratica nella sua classe la “lezione della Shoah”. Ha infatti sentito di aver gli strumenti per utilizzare la storia della Shoah e per suscitare importanti discussioni nella sua classe in particolare sull’odio e la paura dell’altro. Secondo Shannon ora i suoi alunni si ispirano a queste lezioni per superare gli ostacoli, per far diventare un’esperienza, anche se negativa, un momento di rafforzamento e per rendere il mondo un posto migliore.
Il museo di Washington forse più di ogni altro museo dedicato alla Shoah, cerca di coinvolgere emotivamente il visitatore, attraverso molteplici strumenti. I visitatori del Museo al loro ingresso ricevono una carta d’identità che racconta le esperienze di persone che hanno vissuto in Europa durante l’Olocausto. Queste carte d’identità rendono la visita unica e sono progettate per aiutare il visitatore e condurlo in un percorso di apprendimento storico, simile a quello vissuto dalla persona a cui la carta di identità è ispirata.
E come non concludere con un detto dei nativi d’America: “Prima di giudicare una persona cammina nei suoi mocassini per tre lune”, e che sembra ricalcato sulla quinta mishnà del secondo capitolo del Pirké Avoth, le Massime dei Padri: “Hillel affermava (…) Non giudicare il tuo compagno fino a che pure tu non ti troverai al suo posto.“
Sira Fatucci