Memorie di un angelo custode

David Zebuloni, studenteQuando mi è finalmente arrivato a casa, dopo un lungo ed estenuante viaggio, ho deciso di posarlo sulla pila destra dei libri: quella riservata alle letture importanti e con il diritto di precedenza assoluto rispetto a tutte le altre.
Ho così aspettato pazientemente il giorno dello Shabbat, il giorno in cui qualsiasi lettura si fa più dolce e amica, in cui una sola pagina equivale ad angolo di paradiso.
Lo ammetto, ogni tanto mi affacciavo per tenerlo d’occhio, giusto per controllare che fosse ancora lì, che stufo dell’attesa non se ne fosse andato ed ecco che il titolo stampato a grandi lettere sulla copertina mi rispondeva ammiccando. Ancora non avevo cominciato a sfogliare il libro e già quel titolo riusciva a rincuorarmi, ad infondere in me un senso di pace risanatoria.
memorieAl calar del sole del sesto giorno, appena accese le candele che dividono il sacro dal profano, non ho più resistito: mi sono immerso nel magico mondo di Angelica.
Memorie di un angelo custode racconta la storia di Eden, una ragazza ebrea romana che rinuncia alla vita agiata della bella capitale per inseguire il proprio sogno sionista e trasferirsi in un piccolo Kibbutz nell’alta Galilea.
Il lettore cresce e si evolve insieme alla protagonista, impara da lei a ballare in mezzo alla strada nei momenti di tristezza e a combattere per vedere i propri sogni realizzarsi.
A tratti la voce narrante muta ed ecco la sorpresa: è l’angelo custode di Eden a raccontarci la sua storia, un angelo dalla parlata romana stretta stretta che dall’alto si ritrova spesso a dover intervenire per aiutare la nostra eroina a riuscire nelle sue impavide imprese. Più che imprese, nelle sue missioni impossibili.
angelicaNasce così la fondazione Beresheet LaShalom, un ambizioso progetto che ha come obiettivo il dialogo tra i giovani ragazzi ebrei e palestinesi, cristiani e drusi che convivono sul suolo israeliano. Ciò avviene su un palco, sotto forma di spettacolo teatrale e il risultato è assicurato.
Tuttavia questo progetto è solo una goccia nell’immenso oceano in cui nuota Eden, un oceano talmente impetuoso da portare la nostra protagonista ad un punto di rottura. Fortunatamente interviene il suo angelo custode e proprio da lui impariamo che, per poter aiutare gli altri, bisogna prima aiutare se stessi.
Angelica Calò Livne ce la fa di nuovo, riesce a toccare quelle corde nascoste che si trovano dentro di noi. Il suo libro è un balsamo per l’anima e un vero e proprio manuale di vita. Si legge d’un fiato, tutto in una notte e il mattino dopo ci si sveglia diversi da come ci si è coricati il giorno precedente.
Angelica ci insegna che nulla è impossibile, che la speranza è l’ultima a morire, ma al contempo ci ricorda che realizzare i propri sogni richiede amore e dedizione, numerosi sforzi e notti insonni.
Angelica ci mostra uno spicchio di terra nel quale gli ideali ancora esistono, in un cui l’amore e il rispetto per la terra e per la natura sono una priorità. Un mondo in cui la pace non è poi così lontana: è lì, nascosta dietro l’angolo, spetta a noi riuscire a scovarla.
Angelica ci invita a dar voce al nostro angelo custode, a lasciarci guidare in un mondo che sembra andare allo sbaraglio, a fidarci di quella voce che dentro di noi ci grida “Ao’, e mo’ bisogna che te fermi ‘n attimo e se riposamo tu e io!”

David Zebuloni

(9 dicembre 2016)