Il seminario sui linked open data
Come si cataloga un’immagine

fullsizeoutput_106Un momento di riflessione e confronto tra coloro che a vario titolo (storici della fotografia, istituzioni, informatici) sono impegnati nella traduzione dell’informazione sul patrimonio culturale secondo i metodi e gli standard propri del semantic web e delle tecnologie Linked Open Data (LOD). Questo il senso del seminario dal titolo “Le fotografie nel semantic web: ontologie e linked open data”, tenutosi a Roma domenica scorsa e organizzato dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD).
Tra gli enti e gli istituti invitati a discutere sul tema era presente anche la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano che già dal 2013 è impegnata in un ampio progetto di sviluppo e pubblicazione dei propri dati in formato Linked Open Data (www.digital-library.cdec.it).
L’incontro è stato l’occasione per dare conto sia delle best practices per la catalogazione del patrimonio fotografico, sia per discutere delle ontologie (vocabolari strutturati) che meglio possono descrivere tale catalogazione. Ampio spazio è stato dato alla Fondazione Federico Zeri che ha presentato in questa occasione il progetto per la pubblicazione del suo catalogo fotografico e il relativo rilascio dei dati.   
L’esperienza già consolidata della Cdec pubblicazione dei dati in formato LOD, sui vantaggi ma anche sulle criticità ancora aperte nel trattamento e nell’integrazione delle informazioni, sono stati i principali argomenti affrontati da Daniela Scala – storica della fotografia che lavora da diversi anni alla gestione e catalogazione delle fotografie dell’archivio Cdec – nel corso della tavola rotonda pomeridiana dedicata a “Possibilità di conciliare specificità semantica e riuso dei dati. Prospettive per un futuro bilancio sul ruolo dei linked open data”. 
Nel caso specifico del patrimonio fotografico, sono stati sottolineati i benefici derivati al Cdec dalla catalogazione (secondo gli standard riconosciuti), associata alle tecnologie LOD per la condivisione e il riuso dei dati: l’allineamento e la pulizia dei dati, l’economia del lavoro in condivisione, il collegamento fra le immagini e il resto del patrimonio archivistico e bibliotecario del Cdec, l’arricchimento dell’informazione con la scoperta di connessioni, talvolta inedite, fra i soggetti ritratti nelle immagini. In via più generale Scala ha sottolineato come il sistema adottato dal Cdec, se esteso su base nazionale, con l’implementazione e la condivisione di vocabolari unici controllati relativi a persone, famiglie, enti, luoghi e possibilmente temi, potrebbe migliorare ed incrementare la conoscenza ancora frammentata del nostro patrimonio, dei suoi autori e protagonisti.  

Laura Brazzo

(21 dicembre 2016)