George Michael, l’eredità ebraica

La rivelazione, a sorpresa, arrivò nel 2008. Intervistato dal Los Angeles Times, rivelò un fatto di sé, della sua storia familiare, che nessuno conosceva. Una nonna ebrea, che per timore che questa identità potesse mettere a rischio lei e i suoi cari, scelse di far crescere i propri figli all’oscuro di ciò.
C’era il pericolo incombente di un’invasione nazista della Gran Bretagna: meglio occultare ogni possibile traccia, ogni possibile pericolo. Questa fu la sua valutazione. “Pensò che se i suoi figli non avessero saputo che la loro madre era ebrea, non sarebbero stati a rischio” rivelò George Michael al quotidiano statunitense.
La madre dell’artista, Lesley Angold (1937-1997), fu mandata a una scuola religiosa cattolica. E così l’ebraismo scomparve del tutto dal ramo materno della grande pop star, pianta in queste ore in tutto il mondo. E anche in Israele, un paese che ammise più volte di voler visitare e conoscere con calma. Magari portando la sua musica a Tel Aviv o Gerusalemme, dove certamente il pubblico non sarebbe mancato.
Come ricorda tra gli altri Haaretz, Michael venne comunque in visita privata in Israele nel 2001. L’occasione fu il matrimonio di un amico all’Hilton Hotel.

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(26 dicembre 2016)