Dely Grünwald Di Segni (1922-2016)

delyCi ha lasciati Dely Di Segni, donna forte ed emancipata in un’epoca ancora di appannaggio maschile, che seppe conciliare i successi professionali con la vita familiare, e che si impegnò attivamente per la Comunità ebraica di Roma nel corso degli anni Settanta.
Dely era nata a Firenze da una famiglia di origine tedesca, che si era trasferita già da una generazione in Italia. A Firenze aveva trascorso la sua infanzia e giovinezza, e lì aveva vissuto le persecuzioni del periodo nazifascista. Era stata espulsa dalla scuola e qualche anno dopo fu costretta a nascondersi, insieme alla famiglia, nelle campagne toscane. Sin dalla gioventù, Dely aveva già quel carattere di donna risoluta e forte che l’ha poi caratterizzata nel corso della sua intera vita. Appena terminata la guerra, infatti, lavorò come interprete presso l’accampamento dell’esercito inglese di stanza a Siena. Grazie a questo lavoro, potè aiutare la propria famiglia a superare i mesi difficili del primo Dopoguerra. Tornata a Firenze, riprese gli studi iscrivendosi alla Facoltà di Lettere e Filosofia, con una tesi sui riti ebraici, per poi trasferirsi a Roma in seguito al suo matrimonio con l’avv. Ruggero Di Segni.
Nel 1950 fu chiamata dal Rabbino capo di Roma, rav David Prato, all’epoca anche Direttore del Collegio rabbinico italiano, per tenere dei corsi di lettere e cultura generale agli studenti del Collegio, e fra questi vi fu anche il giovane Nello Pavoncello. Dely lavorò per molti anni come giudice presso il Tribunale dei minori, e in particolare fu responsabile di numerose procedure di adozione; per anni le famiglie che lei aveva aiutato, molte anche appartenenti alla Comunità ebraica di Roma, le furono riconoscenti. Dely conservava gelosamente in un cassetto accanto al letto le fotografie di tutti i bambini che aveva dato in adozione, quasi fossero figli suoi.
Nel tempo libero, si dedicava alla sua passione per la scrittura e per la lingua inglese, traducendo commedie teatrali dall’inglese all’italiano per la Rai.
La sua vita fu colpita dal dolore per la scomparsa prematura del marito, il quale la lasciò giovane con tre figli piccoli. Ma lei non si perse d’animo e affrontò risolutamente le difficoltà di crescere una famiglia da sola con la sua abituale energia. Dopo la morte del marito, che fu vicepresidente dell’Unione delle Comunità sino al 1967, Dely si impegnò a livello comunitario, e fu la prima donna ad entrare nel Consiglio della Comunità ebraica di Roma negli anni Settanta.
Dely ha avuto una vita lunga, segnata dalle sofferenze per la guerra e per la perdita del marito, ma anche una vita piena di gioie, per il suo lavoro, per le sue letture e per i suoi tre figli, Marcello, Gianfranco e Miriam; i suoi otto nipoti, Diana, Jacov, Merav, Noemi, Ariel, Milca, Micol e Kadmiel; e i suoi tre bisnipoti, Hanna, Daniel e Rachel.
Non solo è stata un modello di forza e di emancipazione femminile per le sue nipoti, ma anche la forza unificante dell’intera famiglia, e continuerà ad esserlo nel ricordo di tutti i cari che ha lasciato.
Il suo ricordo sia di benedizione.

I funerali si svolgeranno giovedì 29 dicembre alle ore 11 al Cimitero Israelitico del Verano

(28 dicembre 2016)