Contraddizioni a sinistra
Quella che oggi si fa chiamare “sinistra” mi sembra sia afflitta da una strana e ormai diffusa malattia: l’autolesionismo. In Italia uno degli ultimi politici di lungo corso, Massimo D’Alema, l’unica missione in cui è riuscito con successo è stato far cadere dall’interno i governi di sinistra. In America il presidente Obama a fine mandato ne ha combinata una dietro l’altra: ha contribuito a far perdere le elezioni alla sua candidata Hillary Clinton e ha attaccato politicamente la Russia di Putin riguardo le interferenze russe durante le elezioni. Putin si è riccamente beffato di Obama e questo ha provocato un’attesa e una speranza in Trump che nemmeno “The Donald” sperava di avere.
Nel mentre le sinistre Europee non riescono a mettersi sedute per concordare una politica comune che riesca fattivamente ad arginare le derive antieuropeiste, xenofobe e nazionaliste. Troppo importanti il valore storico della sinistra dell’accoglienza, anche se tirano Tir su mercatini di natale che uccidono donne, anziani e bambini. Insomma, uno disastro totale.
Gli uomini che fanno qui politica volgendo lo sguardo ai valori della sinistra però li conosciamo bene; pieni di sé che il petto rischia di scoppiare ma il maglione a collo alto è la tenuta d’ordinanza, utilizzano un registro linguistico molto alto proprio per sottolineare la differenza tra loro e il resto del mondo che Umberto Eco levati ma, al tempo stesso, sono sempre pronti a darti del fascista quando non segui pedissequamente le loro teorie.
La sinistra difende altissimi valori e principi, molti dei quali sento miei e che condivido, ma aveva altri personaggi a rappresentarla una volta. I personaggi di oggi sono infatti, se vogliamo trovare un punto di riferimento nel contesto israeliano, lontani anni luce dal “Ben Gurion pensiero”. Peccato comunque che il concetto politico di destra e sinistra per come lo conosciamo noi oggi sia morto e sepolto. Loro però ancora hanno falce e martello in testa e concetti come terzomondismo, antiamericanismo, difesa dei più deboli (i palestinesi per esempio) sono mode che nella loro testa non sono da riporre in soffitta.
Il mondo ebraico italiano non è certo salvo da questo fenomeno. Anche noi abbiamo i nostri intellettuali che dalla loro tastiera pontificano teorie ormai dimostrate assurde dai fatti. C’è anche chi ha il coraggio di attaccare costantemente l’operato del governo Netanyahu qualsiasi cosa faccia, accusandolo addirittura di “maleducazione” a seguito della recente votazione all’ONU e del successivo colloquio con alcuni ambasciatori nel giorno del natale. Una linea politica inconsciamente autolesionista che mi fa pensare: “Netanyahu fa rodere il fegato a chi non ce l’ha”.
Gianluca Pontecorvo, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(3 gennaio 2017)