Ticketless – Rivoluzione di aprile

alberto cavaglionRisale la quotazione del vecchio e apprezzabile progetto di legge sulla libertà religiosa, a suo tempo avanzato dall’on. Valdo Spini. Il caso ha voluto che nei giorni in cui questo portale ne riferiva, l’occhio mi cadesse su un documento di un secolo e mezzo fa (lo riproduco qui a fianco).
Il 2017 sarà pieno di ricorrenze. Cade il centenario della Rivoluzione di Ottobre, ma anche il centocinquantesimo anniversario della Rivoluzione di Aprile. Il 30 aprile 1867 s’aprì il Congresso Israelitico di Firenze: quell’assise avrebbe potuto rappresentare una svolta. Avrebbe potuto essere la primavera degli ebrei d’Italia. Il punto 3 del programma recitava così: “Quali provvedimenti sieno da prendersi nell’interesse dell’Israelitismo Italiano nel caso che dal firenze_1867Governo e dal Parlamento si proceda all’applicazione del principio – LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO – ed all’abolizione di ogni ingerenza dello Stato negli affari di religione”. Gli organizzatori del convegno avevano intuito la solennità dell’ora e l’aureo principio cavouriano lo avevano voluto stampare a caratteri cubitali.
Le cose sono andate poi diversamente, quel punto si preferì non prenderlo in considerazione per evitare fratture. Inutile piangere sul fallimento del separatismo, che fu alla fine, dopo quel breve chiaro di luna, respinto dalla intera società italiana. Può fare bene ogni tanto ripensarci. Avrebbe potuto essere invece una Rivoluzione senza spargimento di sangue, forse sarebbe servita da argine al totalitarismo novecentesco. Invece la primavera gioiosa di Firenze capitale fu soffocata sul nascere. Con il silenzio, non con gli spari la tutela della di Libertà religiosa, di cui Francesco Ruffini tesserà la storia, sarà sepolta per sempre dalla coltre concordataria, art. 7 della Costituzione incluso.
Ultimamente, sbaglierò, si è parlato molto della Costituzione, chissà perché nessuno ha ricordato che nella Costituzione c’è pure l’art. 7. Se nel 1867 le cose fossero andate diversamente, non si avvertirebbe oggi la necessità di una legge-quadro, che -temo- continuerà a rimanere il sogno di una sparuta ancorché commovente minoranza di rifondaioli separatisti, eretici pur dentro l’ebraismo, nostalgici di quella primavera di speranze andate deluse.

Alberto Cavaglion

(4 gennaio 2017)