Islam ammalato di antisemitismo
Esiste, ma Sumaya non lo vede

schermata-2017-01-05-alle-15-02-08C’è un problema serio da affrontare in merito all’antisemitismo interno al mondo islamico italiano. Lo evidenzia con inquietante chiarezza l’indagine condotta da Michele Groppi del Kings College di Londra sull’Islam in Italia. Ospite del programma di La 7 Otto e Mezzo assieme alla consigliera comunale di Milano Sumaya Abdel Qader, Groppi, sondaggi alla mano, ha spiegato che “il 61 per cento degli intervistati pensa che gli ebrei controllino il mondo e siano all’origine di tutti i mali”. La dimostrazione che il pregiudizio antisemita in una parte dei musulmani che vivono nel Bel Paese è profondamente radicato. Groppi ha sottolineato che si tratta di un dato emerso in riferimento alle persone intervistate ma rimane la preoccupazione di una percentuale estremamente alta e che dovrebbe aprire riflessioni e analisi critiche. Analisi che la consigliera Sumaya Abdel Qader non solo non ha voluto fare nel corso del programma ma che anzi ha cercato di sviare con metodi inaccettabili: quando Groppi ha messo in luce la statistica sul pregiudizio antisemita, Qader ha provato a fare dei distinguo parlando di dati da interpretare “in chiave di antisionismo e non antisemitismo”. La consigliera evidentemente dimentica le parole del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano già anni fa denunciava l’antisionismo come “il nuovo antisemitismo”. A dimostrazione di quanto questo distinguo non ha valore.
Groppi per parte sua ha sottolineato come sia necessario usare con cautela i dati, che vanno interpretati e analizzati ma non evidentemente respinti o distorti. Tra questi, ad esempio, il fatto che il 24 per cento degli intervistati sostenga che la violenza è giustificata in nome dell’Islam e che il 30 affermi che chi offende l’Islam deve ricevere una punizione.
Nel corso del programma si è sottolineato anche come sia necessario interloquire con il mondo musulmano e non marginalizzarlo, posizione su cui Groppi e Qader si sono trovati d’accordo. Aprire un confronto, il suggerimento emerso, è il modo migliore per superare queste criticità. Ma è necessario che vengano riconosciute prima.

d.r.