Informazione – International edition
Un nuovo volto per Kikar Dizengoff

schermata-2017-01-09-alle-15-09-19Kikar Dizengoff, una delle piazze iconiche di Tel Aviv, cambia volto. A raccontarlo nell’odierna uscita dell’edizione internazionale di Pagine Ebraiche è Daniela Fubini, che nella città di Bauhaus, spiagge e high-tech è sbarcata da Torino, dopo una tappa intermedia a New York.
“Il momento è davvero storico dalla prospettiva del Kikar, che porta il nome di Zina Dizengoff, amata moglie del sindaco. La piazza era stata costruita per essere piatta, rotonda ed ariosa. Poi, nel 1978, è stato ricoperto da tonnellate di cemento, che dall’alto parevano un gigantesco ragno obeso intrappolato tra i due lati di Dizengoff Street, Reines e Pinsker. È vero che gli anni Settanta erano l’età del cemento anche in altri continenti, ma come scusa non è granché. Trentotto anni dopo, con scarsissimo interesse dell’opinione pubblica e dei cittadini di Tel Aviv, il ragno obeso verrà lentamente polverizzato e Zina e Meir, la piazza tonda, e la strada principale, potranno finalmente guardarsi di nuovo negli occhi, allo stesso livello della strada. L’ordine e l’amore eterno sono stati ristabiliti” scrive Fubini.
Per i lettori dell’International Edition anche aggiornamenti su alcuni avvenimenti significativi dall’Italia ebraica. L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la no profit israeliana IsrAID hanno offerto il proprio contributo sotto forma di oggetti e materiali di vario tipo alle popolazioni colpite dal devastante terremoto in centro Italia negli scorsi mesi. L’ex calciatore Paolo Di Canio, in un’intervista al Corriere della Sera, ha definito “errori” il suo tatuaggio con la scritta “Dux” e il gesto del saluto romano di cui si è reso protagonista numerose volte durante la sua carriera, dopo l’indignazione sollevata dagli articoli del Portale dell’ebraismo italiano Moked, in seguito al quale Di Canio aveva rivolto un messaggio alla presidente dell’UCEI Noemi Di Segni. A Roma si inaugurerà nei prossimi giorni una mostra delle opere dell’artista e fotografo israeliano Rafael Y. Herman al MACRO Testaccio.
È lo spagnolo la lingua del Bechol Lashon di questa settimana, con una ripresa del quotidiano spagnolo El Mundo che presenta il libro dell’imprenditore Luis Bassat, che racconta la storia della sua famiglia di origine sefardita.
Nella sezione Italics, spazio invece alla figura del Giusto tra le Nazioni Giorgio Perlasca: il settimanale americano Jewish Week ne racconta lo straordinario coraggio, che gli permise di salvare migliaia di ebrei ungheresi dallo sterminio negli anni più bui della storia d’Europa.
Infine il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, nella sua rubrica It Happened Tomorrow, cita un passaggio di una riflessione pubblicata dalla Süddeutsche Zeitung circa l’inevitabile scomparsa di coloro che hanno vissuto in prima persona il periodo nazista e possono testimoniarlo. “Spesso ci siamo illusi che avrebbero semplicemente vissuto in eterno”.

rt