…svolte

Questa sera si terrà il primo discorso di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti. Conflitti di interesse irrisolti, linguaggio al limite (se non oltre) del razzismo, linea politica caricaturale e ondivaga sono solo alcune delle ombre che accompagnano questo miliardario vissuto nelle torri d’avorio, che col cosiddetto “popolo” ha in comune soltanto le parolacce. È chiarissimo a tutti che The Donald avrà voce in capitolo nelle decisioni che contano quanto Gigetto di Maio in quelle del M5S italiano, ossia nessuna. Bisogna guardare alla sua amministrazione ed anche qui il quadro non appare dei più consolatori. Esponenti di movimenti di estrema destra, vicina al suprematismo bianco e, sovente, anche antisemita non paiono i biglietti da visita più rassicuranti. Vedo con sgomento che la stampa tende a sottovalutare molto le derive del trumpismo, come se non contasse più nulla avere dei requisiti minimi per occupare la poltrona più importante del pianeta. Comunque, i nodi verranno subito al pettine. Due i dossiers improrogabili: Siria e rapporto con la Russia. Da qui comincerà a misurarsi la strategia trumpista. Per quanto ci dispiaccia, temo che la questione israeliana arriverà assai dopo. Vediamo cosa ci porterà il futuro, l’unica speranza è che, a volte, le grandi svolte sono arrivate da chi meno ce lo si aspettava.

Davide Assael, ricercatore

(11 gennaio 2017)