benedizione…

Poco prima di morire, Ya’aqov raduna i figli e li benedice. Ma le parole che rivolge a Shim’òn e a Levì suonano quasi come una maledizione, più che una benedizione: “… Maledetta la loro ira poiché è forte e la loro violenza poiché è dura…”.
Il “Qol Simchà” spiega che le cose non stanno così: il padre non ha maledetto i figli, ma ha condannato gli unici aspetti negativi che essi avevano; tolte da loro l’ira e la violenza, la benedizione per loro diventa sutomatica, al punto che uno di loro, Levì, avrà il compito di gestire il culto e l’insegnamento.
Eliminare da noi le caratteristiche negative può solo portare benedizione.

Elia Richetti, rabbino

(12 gennaio 2017)