Qui Torino – La ballata di Leonard Cohen

20170119_210617Una serata all’insegna della musica, del ritmo e delle parole che sfiorano quasi la poesia quella organizzata dalla Comunità Ebraica di Torino assieme all’Associazione ex allievi e amici della scuola ebraica. Al centro, Leonard Cohen e le sue opere, le sue riflessioni, la sua vita racchiusa in apparenti semplici note.
A poco più di due mesi dalla sua scomparsa è il fiorentino Sergio Piperno a portare il cantautore americano all’attenzione di tutti attraverso quello che lui stesso ha definito “un viaggio musicale, un percorso, una vera e propria ballata: la ballata di Leonard Cohen”. In apertura Dance to the end of love, pezzo in cui l’autore, l’interpretazione data da Piperno, sembra quasi dialogare con la vita più che con l’amore, chiedendole “di guidarlo danzando”. Segue Lover lover lover per poi passare a Like a bird, dove centrale si fa il tema della libertà, la libertà di scegliere. Poi Suzanne, il suo primo successo. Si rimbalza poi al tema della denuncia sociale con Everybody knows, dove all’interno del ritmo cuce parole taglienti. Poi il tema della Resistenza, della Memoria che fa capolino dai ricordi d’infanzia, quando Leonard, dominato dalla curiosità, aveva domandato alla nonna cosa fossero quegli strani numeri che aveva sul braccio e sua nonna cominciò a raccontare. Leonard quella trama l’ha condensata in un brano, Song of the french partisan, dove il testo è in parte in inglese e in parte in francese, la lingua parlata dalla narratrice della vicenda. Fondamentale soffermarsi sul ritmo, fa notare sempre Piperno: “La musica di questo brano è frenetica, così come deve essere la musica di chi fugge, che poi diventa la musica di chi insegue”. A seguire le note di The Gypsy’s Wife, una canzone d’amore dove a dettare il ritmo è il mandolino. Poi il grande successo, il brano più conosciuto di Leonard Cohen, Hallelujah, dove si fa più vivo il contenuto filosofico e religioso. E questa intensa ballata che ripercorre la passione di una vita si conclude con You Want It Darker , il suo ultimo disco, un album pubblicato appena cinque settimane prima di morire. “È un testamento a se stesso da vivo”, commenta in chiusura Piperno, dove a dominare sono due brani, Traveling Light e l’omonimo You Want It Darker, dove l’autore sembra rivolgere alla vita domande e accuse allo stesso tempo.
Piperno, appassionato di Cohen da sempre, è autore di due testi teatrali legati al tema della Memoria, “Un uomo due valigie” e “Non ci siamo mai detti addio”. Compositore di quelli che lui stesso definisce viaggi musicali su vari temi, spesso ebraici, come nel caso del viaggio multimediale presentato alla Comunità Ebraica di Firenze in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica che nel 2011 aveva posto al centro il tema “Ebraismo 2.0. Dal Talmud a internet”.

Alice Fubini