Torino – Cristalli di speranza

Schermata 2017-01-26 alle 08.39.10Hannah Szenes e Yehudit Arnon: giovanissima ebrea ungherese emigrata nella Palestina del Mandato e poi arruolatasi volontaria tra i paracadutisti dell’esercito britannico la prima, ebrea ceca deportata ad Auschwitz e, dopo la guerra, fondatrice della Kibbutz Contemporary Dance Company in Israele. Le loro storie sono raccontate da quaranta ragazzi dei licei Berti e Cavour con la lettura, la danza, la musica, il canto, e accompagnate dalle parole di Liliana Segre. Due figure esemplari intorno a cui il musicista e regista Eyal Lerner (nell’immagine) ha scelto di sviluppare lo spettacolo “Che non abbiano fine mai… Cristalli di speranza”, rappresentato presso il teatro Astra, a Torino, il 24 gennaio. Tutto nasce da una felice convergenza di progetti, quello della professoressa Paola Marzia Gazzi, che si è occupata di coordinamento, sceneggiatura e coreografia, e di Lerner, che in soli tre giorni di lavoro ha costruito con decine di giovani uno spettacolo intenso, rivolto a un pubblico generalista e tuttavia ricco di sfumature. Il modello del musicista israeliano è di miscelare parti di spettacolo già pronte, in cui fa da indiscusso protagonista, alle sezioni preparate insieme ai giovani. Il risultato è di estremo interesse: tempi brevi di lavoro e la possibilità di esportare il lavoro da città a città, presentando ogni volta una rappresentazione differente.
Presente in un teatro senza un posto a sedere vuoto anche il Vicepresidente UCEI Giulio Disegni, secondo cui “il valore aggiunto dello spettacolo messo in scena da Lerner è duplice: da un lato, saper interagire, immedesimandosi ogni volta nella storia della città, in modo originale e leggero con gli studenti, che vengono coinvolti nello spettacolo e, collaborando con l’artista, imparano cosa sono state le leggi razziali, lo sradicamento degli ebrei in Europa dalla vita e dalla normalità e, dall’altro lato, imparano a conoscere anche qualcosa di Israele, della sua nascita, della sua storia, da un artista israeliano che si racconta in una sorta di lezione aperta”.
Il progetto è stato reso possibile grazie al patrocinio della Città di Torino e al sostegno della Fondazione Camis de Fonseca, molto attiva a Torino con progetti educativi rivolti alle scuole e focus speciali su argomenti come antisemitismo, Israele e geopolitica globale.
Hannah è stata uccisa, dopo aver subito torture indicibili, da parte dei tedeschi. Yehudit è sopravvissuta e ha raggiunto la Palestina mandataria dopo una sosta nel campo profughi di Avigliana, vicino a Torino. Con l’impegno dei giovani delle scuole e la guida di Eyal Lerner, che le loro storie non abbiano fine mai.

Giorgio Berruto

(26 gennaio 2017)