fiducia…

I primi due precetti ricevuti dall’intera comunità ebraica, ancora in Egitto, sono il calcolo del tempo – a partire dal rinnovamento della luna – e il sacrificio pasquale.
Queste due mitzwòt hanno un denominatore comune: l’istituto della delega. Per fissare il Capomese, Rosh Chodesh, il Sinedrio inviava due delegati che testimoniavano sull’apparizione della luna nuova. Per la macellazione dell’agnello da consumare nel Seder della nostra prima notte di libertà, si delegava una persona che macellava per tante. Dalla modalità di questo sacrificio il Talmùd deduce che “il delegato di una persona è come la persona stessa…”. (Qiddushìn, 41, b ). La delega quindi precede e sancisce la costituzione della prima comunità ebraica. È la delega che rende gli uomini liberi e uguali senza restare schiacciati dai rispettivi ruoli. Il delegato deve rispondere ai deleganti che gli hanno dato fiducia, senza mai abusare del suo ruolo, e i deleganti devono essere sempre al fianco del loro delegato affinché non si trasformi in un esecutore solitario e autoriferito. Non si può diventare una comunità libera senza che una persona sappia dare e prendere delega e responsabilità rispetto a un’altra persona.

Roberto Della Rocca, rabbino

(7 febbraio 2017)