Sami Modiano parla ai giovani
“Lottate contro i soprusi”

Schermata 2017-02-09 alle 16.49.03Erano centinaia gli studenti che hanno affollato il Conservatorio Verdi di Milano. In silenzio hanno ascoltato le parole del Testimone della Shoah Sami Modiano mentre con coraggio ripercorreva ancora una volta l’infamia delle leggi razziste del ’38, le persecuzioni, il disumano viaggio da Rodi fino ad Auschwitz, l’ultimo saluto alla sorella e poi al padre nel lager. “Eravamo una grande famiglia. Vivevamo in pace con le altre comunità – ha ricordato Sami ai tantissimi ragazzi presenti per un’iniziativa organizzata dall’Associazione Figli della Shoah – Io era un bambino a cui piaceva andare a scuola. Volevo sempre portare a casa buoni voti e con mia sorella facevamo a gara per essere i più bravi”. Poi, a otto anni la felice quotidianità di Rodi, allora sotto controllo italiano, si spezza con l’avvento delle leggi razziste. “Ricordo perfettamente quel giorno. Il maestro mi chiamò alla cattedra e io andai contento. Pensavo volesse interrogarmi e invece scuro in volto e mortificato mi disse: Sami sei espulso dalla scuola. E io non capivo, perché? Perché sono diverso? Io non potevo accettare questa cosa”. E il grande insegnamento che Sami Modiano lascia alle centinaia di ragazzi e che loro questi soprusi non devono accettare che accadano; che siano eredi attivi della Testimonianza e non permettano che a nuovi bambini, come era allora lui, venga strappata l’infanzia.

(9 febbraio 2017)