Analisi scorretta – L’era di Trump

caloCosa ci aspetta per il futuro con gli Stati Uniti guidati da Donald Trump? Questa domanda credo sia un pensiero comune a molti di noi.
Nei suoi primi giorni alla Casa Bianca il Presidente si è dedicato a dimostrare che quanto aveva promesso nella campagna elettorale sarebbe stato mantenuto: il Muro con il Messico; gli incentivi alle imprese che non delocalizzano e i dazi per i beni prodotti all’estero dalle imprese americane che le reimportano negli USA; l’incontro con i big dell’industria automobilistica per persuaderli a fabbricare in patria e soprattutto gli ordini presidenziali per impedire l’ingresso negli USA di stranieri provenienti da 7 Paesi islamici.
Poi, però, forse, qualcuno si è accorto che governare il Paese più potente del globo deve essere un poco più difficile che mantenere promesse elettorali. Era in fondo quello che tutti i commentatori avevano predetto: dallo studio ovale la visione del mondo si trasforma.
Le affermazioni lentamente assumono un altro sapore, così dopo la telefonata con la Presidente di Taiwan, una successiva con il Presidente Xi Jinping porta Trump ad affermare che c’è una sola Cina. Il protezionismo è utile per rilanciare l’economia, ma ha il fiato corto ed è un’arma a doppio taglio, perciò bisognerà rinegoziare il NAFTA (il trattato commerciale tra USA, Canada e Messico voluto da Clinton), non si può semplicemente abolirlo.
Anche la politica verso Israele che sembrava totalmente a supportare Netanyahu e il suo governo appare appannata: per il trasferimento dell’Ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme c’è tempo e bisogna ancora riflettere; gli insediamenti israeliani nel West Bank non saranno di ostacolo alla pace, ma non aiutano la ricerca di un compromesso.
Soprattutto Trump si è dovuto ricordare che gli Stati Uniti sono la patria dei tre poteri indipendenti e bilanciati dove gli ordini dell’Esecutivo passano al vaglio dei Tribunali che li possono cassare.
Il mondo che, da Washington, Trump vuole plasmare sarà certamente diverso da quello finora conosciuto, ma i cambiamenti saranno graduali e coordinati con le controindicazioni di ciascuna possibile decisione.
Trump continuerà con la sua strategia di comunicazione forte, per dare la sensazione al popolo americano che il cambiamento è arrivato, ma gli effetti delle sue decisioni saranno meno radicali, come la realpolitik pretende.

Anselmo Calò

(13 febbraio 2017)