Educare con sentimento
Si è concluso il mio secondo corso alla Facoltà di Pedagogia al Tel Hai College. Il primo – “Sviluppo del pensiero umanistico attraverso le arti” – aveva riscosso grande successo. La proposta formativa ha attirato l’attenzione di più di trenta studenti della Facoltà in ognuno dei due corsi e già si parla di aprirne un terzo nel prossimo semestre: “Strumenti pedagogici per aumentare l’autostima e la sicurezza in se stessi”.
I temi dei corsi sono vari e mirati a consolidare lo spirito e l’ideale dell’educatore: conoscenza di sé e delle proprie radici, linguaggi narrativi, letteratura per l’infanzia e l’adolescenza attraverso l’esperienza personale. Sensibilizzazione alla solidarietà e alla giustizia e conoscenza del bullismo e del cyberbullismo. La nuova scuola: con il rispetto per le differenze culturali e di genere, una scuola che da’ a ogni allievo il suo posto sul palcoscenico a seconda delle proprie caratteristiche, delle proprie intelligenze e dei propri talenti.
I corsi sono di 4 ore a settimana e danno quattro crediti. Alla fine di ogni lezione gli studenti devono inviarmi una riflessione su ciò che hanno pensato – ciò che hanno provato e ciò che hanno imparato dall’esperienza di quel giorno.
Devo dire che questa è una delle emozioni più profonde nel mio lungo percorso di educatrice. Leggendo le riflessioni degli studenti, ragazzi di 25-30 anni di tutto il Paese, mi sembra di toccare con mano le ferite di questo grande melting pot che e’ Israele! Nei loro scritti questi giovani ricordano la Shoah raccontata dai loro nonni, le corse ai rifugi nei momenti di guerra, la “chiusura” della società drusa nei confronti della donna, la solitudine delle minoranze. Attraverso le attività che creo con grande attenzione verso queste esigenze, i ragazzi riescono a svelare i loro timori, a portare alla luce l’ottimismo, la voglia di cambiare e migliorare, l’esigenza di curare quelle ferite e trasformarle in fonte di crescita. Nel lavoro finale, gli studenti raccolgono le riflessioni di tutto il corso e si rendono conto di aver percorso un viaggio. Si sentono più sicuri, più ricchi, più pronti al loro compito. Amano più se stessi e chi hanno intorno. E cosa c’è di meglio per una persona che sarà responsabile di una classe? Che dirigerà un centro per ragazze abusate? Che sarà nello staff di una scuola moderna che non si focalizza solo sui libri ma anche sull’uomo?
Angelica Edna Calò Livne
(13 febbraio 2017)