Anna Rossi-Doria (1938-2017)
Storia delle donne e del femminismo, movimenti contadini dell’Italia meridionale, antisemitismo e Shoah.
Questi erano i principali temi oggetto delle ricerche della storica Anna Rossi-Doria, scomparsa ieri a Roma all’età di 78 anni. Una figura di studiosa che, relativamente all’ultimo filone ma non solo, ha aperto una strada fondamentale per la trasmissione di una Memoria viva e consapevole alle nuove generazioni.
“Non mi convincono gli argomenti di chi oppone il principio della libertà di opinione e di ricerca. Il negazionismo non è un’opinione, ma una forma particolarmente virulenta ed efficace di propaganda antisemita” affermava recentemente in un’intervista, a pochi giorni dall’approvazione del disegno di legge sul negazionismo.
Figlia del noto economista antifascista Manlio Rossi-Doria e di Irene Nunberg, Anna è stata prolifica autrice di scritti e pubblicazioni. Tra cui si rammentano Diventare cittadine. Il voto alle donne in Italia (Giunti, 1996); Memoria e storia: il caso della deportazione (Rubbettino 1998); Antisemitismo e antifemminismo nella cultura positivistica, in Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-1945, a cura di A. Burgio (il Mulino, 1999); Memorie di donne, in Storia della Shoah, vol. II, La memoria del XX secolo (Utet, 2006).
Rossi-Doria era rimasta da poco vedova del marito, Claudio Pavone, con cui aveva formato un sodalizio formidabile anche su un piano storico. Dal primo matrimonio, con Carlo Ginzburg, aveva avuto due figlie: Silvia, storica dell’arte, e Lisa, scrittrice.
Sia il suo ricordo di benedizione.
(15 febbraio 2017)