Orizzonti – Paura per il terrorismo ma felicità diffusa. Giovanissimi del mondo allo specchio

giovani nel mondoLa crescita di estremismo, terrorismo, guerre e violenza rappresenta la principale preoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 21 nel mondo: è quanto emerge da uno studio realizzato dalla Varkey Foundation, no profit internazionale dedicata a migliorare le opportunità di istruzione in tutto il globo. Il Global Young People Report si propone di tracciare una fotografia della ‘generazione Z’ – i nati negli ultimi anni del Vecchio Millennio e i primissimi del nuovo – in venti paesi (tra questi Gran Bretagna, Italia, Germania, Cina, Stati Uniti, Indonesia, Nigeria, Israele e Turchia). Dalla vita personale ai temi economici, dalle questioni di attualità alle speranze per il futuro, il rapporto esplora quello che i giovani in procinto di affacciarsi all’età adulta pensano guardandosi dentro e attorno. E l’83 per cento di loro indica terrorismo ed estremismo come il fattore di maggiore preoccupazione per il futuro, seguito da guerre e conflitti con l’81 per cento. Staccate di oltre 10 punti le altre risposte (terze a pari merito con il 69 per cento sono la mancanza di accesso all’educazione per tanti bambini e l’aumento del divario tra i ricchi e i poveri). Su venti paesi, solo i ragazzi cinesi hanno indicato in maggioranza una risposta diversa, ovvero i cambiamenti climatici, scelti dall’82 per cento dei rispondenti (a fronte del 66 a livello globale).
Sono numerose le indicazioni che emergono dal rapporto: per esempio il fatto che in maggioranza – il 68 per cento – la generazione Z afferma di essere felice. La palma va agli indonesiani con il 92 per cento degli intervistati che si ritiene tale e solo il 2 per cento si definisce ‘infelice, ma ai primi posti è anche Israele, con rispettivamente 78 e 5; in fondo alla classifica il Giappone e la Corea del Sud con 45 e 17; l’Italia si colloca a metà classifica con 65 e 7.
D’altra parte, in 16 paesi su 20, oltre il 50 per cento dei ragazzi si sono dichiarati pessimisti rispetto al futuro, mentre tra i fattori di ottimismo ci sono gli avanzamenti tecnologici e il potere dell’istruzione. Molti anche gli spunti sui temi di attualità. I giovani di ben 19 paesi su 20 ritengono che il proprio governo non stia facendo abbastanza per dare un contributo a risolvere la crisi dei rifugiati (unica eccezione sono i ragazzi turchi, che d’altra parte sono i più accaniti sostenitori della libertà di espressione, anche quando offensiva della religione o di una minoranza). Circa i due terzi dei rispondenti si è inoltre dichiarato a favore della legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, e ha dichiarato di avere amici che appartengono a una religione diversa dalla propria. E a proposito di religione, per il 42 per cento è un elemento importante della propria vita, mentre il 39 la considera completamente ininfluente.
Nonostante i tanti problemi dell’inizio del nuovo millennio, alcuni dei quali emergono chiaramente dalle risposte (non solo la preoccupazione per la violenza crescente e le prospettive future, ma anche, per esempio, l’ansia per la situazione economica), la maggioranza ragazzi di tutti gli Stati coinvolti, a eccezione della Corea del Sud, definiscono il proprio paese ‘un buon posto per vivere’. Vincitrici con lo stesso punteggio, 87 per cento, sono il Canada e la Nigeria. Latitudini, stili di vita, situazioni economiche diversissime ma entrambi capaci di far sentire i propri cittadini del futuro a loro agio. Un segno che il segreto della felicità sta nella cultura di ottimismo prima che nel portafoglio o nelle condizioni oggettive?

Rossella Tercatin