Oltremare – Montagna
Le montagne in Israele non esistono, lo sanno tutti. Un bel dire che abbiamo il Monte Hermon innevato d’inverno e che si può andare a sciare – sì, di solito quei dieci o quindici giorni in tutto. Con tutto che questo sembra essere l’inverno più lungo e piovoso degli ultimi cento anni, e che tutti sono stati già malati almeno due volte e non se ne vede la fine, la cucuzza piatta innevata del Hermon è comunque lontanissima lassú nel piccolo nord del paese, e per chi come me è cresciuta ai piedi delle Alpi può avere lo status di montagna solo perché tutto intorno è pianura, in parte parecchio sotto il livello del mare. Come dire, tutto è relativo. E infatti gli israeliani per sciare prendono aerei. In realtà prendiamo aerei sempre per qualunque destinazione: l’effetto isola colpisce in ogni stagione e ogni classe sociale. Ma solo chi vive qui può capire la piccola magia che è per un israeliano arrivare in Europa e sciare su piste in cui da mattina a sera si possono passare liberamente confini, ascoltare lingue diverse nei rifugi, mangiare cibi locali diversi in ogni valle. Qui, arrivando in cima alla parte israeliana del Hermon si passa per zone in cui si vedono i confini con il Libano e con la Siria, se si guarda bene in lontananza quel paesino arrampicato sulla collina è già in terra straniera, e si fa prima a chiamarla terra nemica visto che né il Libano né la Siria sono luoghi in cui alcun israeliano vorrebbe trovarsi per caso, avendo preso per sbaglio una pista meravigliosamente innevata. No, non è possibile, nessun pericolo, il passaggio di frontiere come le nostre non è quasi mai casuale. Quindi bisogna capirli, gli israeliani con gli occhi sgranati davanti all’evidenza che in Europa, fortunati almeno temporaneamente, il balletto di Schengen è ancora più o meno in pista, nonostante tutto.
Daniela Fubini, Tel Aviv
(20 febbraio 2017)