Master UCEI, tempo di stage

Pagine Ebraiche, MEIS, Museo Umberto Nahon di Gerusalemme, Central European University di Budapest, sono le destinazioni scelte dagli studenti del Master in Cultura ebraica e Comunicazione dell’UCEI, per effettuare lo stage richiesto dal percorso formativo sulla base delle loro specifiche inclinazioni, al fine di approfondire, attraverso esperienze dirette, il percorso di studi intrapreso.

Così, tre giovani hanno partecipato al laboratorio giornalistico di Pagine Ebraiche, Redazione Aperta, tenutosi come ogni anno a Trieste ed eccezionalmente, vista la ricorrenza dei 500 anni del suo ghetto, anche a Venezia. Tale laboratorio ha consentito agli studenti di prender parte alle attività della redazione: dalla chiusura del numero in uscita alla cura della versione online; dagli eventi culturali alle interviste a personalità interne e vicine al mondo ebraico. Un’opportunità per cogliere non solo i caratteri dell’attività giornalistica ma anche per comprendere aspetti e modalità della comunicazione ebraica, nelle sue dinamiche intra ed extra comunitarie.

Sempre in relazione alla sfera della comunicazione, ha avuto luogo lo stage di Nunzia presso il MEIS di Ferrara. Qui, mettendo a disposizione le proprie conoscenze e competenze nell’ambito dell’informazione pubblica e scientifica, la stagista ha collaborato ad alcune fasi del processo di costruzione di questa peculiare realtà ebraica, che si configura come un vero e proprio cantiere. Una realtà museale in divenire, realizzazione di quell’ambizioso e importante progetto di riconversione di un luogo di reclusione ed isolamento, l’ex carcere di via Piangipane, in un luogo vivo, d’incontro e d’interazione.

Dalla realtà museale, fuori dai confini nazionali, è iniziato il tirocinio di un’altra persona iscritta al Master. Il luogo è Gerusalemme, l’istituto di riferimento è il Museo Umberto Nahon di Arte Ebraica Italiana. Oltre ad aver visitato il museo e ad aver collaborato all’allestimento della mostra sui 500 anni del Ghetto di Venezia, ha potuto visionare, grazie alla sua elevata professionalità, documenti e materiali d’archivio riguardanti la sfera economica e la vita all’interno del ghetto veneziano, indagandone le forme di governo e di autogoverno.

Anche lo stage di Luca si è svolto all’estero, presso la Central European University di Budapest, con lo scopo di sviluppare un progetto di ricerca sulla Shoah ungherese, per ricostruire la storia dei tragici eventi che colpirono la comunità ebraica nel marzo del 1944. Una ricerca che lo ha portato a consultare la prestigiosa biblioteca dell’Università ed anche a visitare il quartiere ebraico, le sue sinagoghe, l’Holocaust memorial Center e, sulla riva del Danubio, uno dei monumenti più toccanti dedicati alla Shoah, le Scarpe della Memoria: 60 paia di scarpe che ricordano il massacro, lo sterminio sistematico e la deportazione ad opera dei nazisti di migliaia di ebrei nell’inverno tra il 1944-1945. Proprio dalla suggestione di un tale monumento può trapelare l’impegno, insieme storico ed etico, che ha guidato un tale studio: quello di dar voce a tutti coloro che, complici il tempo e l’oblio, corrono il rischio di restare muti ed inascoltati.

Bianca Pandolfi

(24 febbraio 2017)