“Antisemitismo: dagli Stati Uniti
all’Europa, il pericolo è globale”

Nelle ultime ore è stato evacuato in Australia il Museo ebraico di Sydney per un allarme bomba, poi rientrato. Allarmi simili sono risuonati negli Stati Uniti dove in almeno 21 scuole e centri ebraici sono arrivate telefonate minatorie che parlavano di una minaccia bomba. Si tratta della quinta ondata di minacce (negli Usa) di questo tipo negli ultimi due mesi, scrive l’agenzia di stampa Jta, con 72 istituzioni ebraiche prese di mira in 30 stati americani diversi. Un’ondata inquietante a cui si sono aggiunti due gravissimi atti vandalici in due cimiteri ebraici d’Oltreoceano: a Filadelfia e poi a Saint Louis oltre 200 tombe sono state infatti profanate, con lapidi divelte e distrutte da ignoti. Atti che hanno ricevuto la condanna della Casa Bianca ma che aprono interrogativi sulla necessità di contrastare queste nuove spinte d’odio antisemita.
In una recente intervista, Malcolm Hohenlein, a capo della Conferenza dei presidenti delle maggiori organizzazioni ebraiche americane, ha parlato di “pandemia antisemita globale”: “non penso che siamo di fronte a una minaccia diretta all’esistenza o alla sopravvivenza ebraica”, ha detto Hohenlein al Times Of Israel riferendosi in generale agli atti antisemiti commessi di recente negli Stati Uniti. “Ma penso che questo tipo di tumore, lasciato incontrollato, si diffonde e diventa sempre più una minaccia” per l’ebraismo e per l’intera società.

“L’obiettivo di queste persone – ha dichiarato nelle scorse ore Paul Goldenberg, direttore della Rete comunitaria di sicurezza, parlando degli allarmi bomba – è quello di sfinirci ma siamo tutti tornati alle nostre scuole, siamo tornati nei nostri centri”. In nessuno dei luoghi minacciati è stato trovato esplosivo. Un altro esponente della comunità ebraica americana, il direttore del JCC Association of North America David Posner in un comunicato ha fatto appello alle istituzioni americane: “Il Dipartimento di Giustizia, quello della Sicurezza, l’FBI, e la Casa Bianca, a fianco del Congresso e dei funzionari locali, devono parlare – e parlare con forza – contro il flagello dell’antisemitismo che sta colpendo le comunità di tutto il Paese”.

(28 febbraio 2017)