Da Torino a Roma, l’ebraismo
parla la lingua dei giovani

photo0 (1)“C’è una bellissima atmosfera, una grande partecipazione dei giovani, in particolare delle piccole Comunità. Molta l’interazione tra i partecipanti e gli ospiti, con un ottimo livello degli incontri. Ci apprestiamo a questo shabbat con un grande entusiasmo”. È la soddisfazione espressa da rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per la quattro giorni organizzata per questo fine marzo dall’UCEI e dedicata al mondo giovanile ebraico. Irua (evento, in ebraico) il titolo dell’appuntamento che vede coinvolti 160 ragazzi provenienti da tutta l’Italia ebraica. “La risposta dei giovani è stata ottima e il clima è veramente positivo – conferma l’assessore ai Giovani dell’Unione Livia Ottolenghi, che ieri insieme al presidente della Comunità ebraica di Firenze Dario Bedarida e a rav Della Rocca, ha dato il suo benvenuto ai partecipanti – Sono molto contenta del risultato: sia per il numero dei ragazzi coinvolti sia per la loro provenienza. Sono rappresentate tutte le realtà ebraiche italiane, dalle piccole alle grandi, da Casale Monferrato a Roma. Le attività sono le più diverse, dalle lezioni di Talmud con rav Della Rocca alle partite di calcetto, fino agli incontri con un educatore esperto come Daniel Segre. Irua è veramente un’opportunità per i nostri giovani di incontrarsi, conoscersi e riconoscersi”. Ci sono ragazzi di Savona, Firenze, Sannicandro, Roma, tutti riuniti per parlare, fare amicizie e confrontarsi su tematiche importanti per il futuro dell’ebraismo italiano. “Il futuro sono loro – spiega Ottolenghi – e questo appuntamento vuole essere un momento di incontro ma anche un’occasione per lavorare sul domani delle nostre Comunità. Ad esempio, le tavole tematiche organizzate da Dani Segre nelle scorse ore gravitavano su alcune domande che interrogavano i nostri ragazzi su come vedono tra 10 anni le rispettive kehillot (comunità): sulla loro visione dell’educazione ebraica, della leadership comunitaria e della rabbanut, sull’antisemitismo, su tutti quei grandi temi che presto saranno loro (i giovani) a dover affrontare concretamente”. Ottolenghi spiega che l’idea di Irua è che non si esaurisca nella quattro giorni toscana ma “da qui vogliamo creare delle linee di discussione e poter dare un feedback alle questioni sollevate dai ragazzi, anche per dare seguito a quanto affermato dal Consiglio dell’Unione, ovvero che le future generazioni sono la nostra priorità”.
“Le iniziative – le parole di Ariel Nacamulli, presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia, promotrice dell’incontro assieme all’Area Cultura e Formazione UCEI, con il coinvolgimento di altre associazioni ebraiche – stanno andando molto bene. I ragazzi sono molto partecipi e alle tavole rotonde organizzate oggi ci sono stati confronti aperti e vivaci”. “Unico rammarico – aggiunge l’assessore Ottolenghi – è il mancato coinvolgimento di alcune realtà, in particolare Milano, i cui numeri sono un po’ esigui ma ribadisco: siamo molto felici del risultato e sicuramente i prossimi giorni saranno molto stimolanti”.

(31 marzo 2017)