“L’accoglienza ha un limite”

rassegnaLa minaccia del terrorismo islamico ancora al centro delle cronache. Intervistato dal Corriere della sera, il ministro dell’Interno Marco Minniti parla di alcune misure disposte dal governo. Come le espulsioni preventive. “Si tratta di uno strumento preziosissimo – afferma Minniti – perché consente di ‘colpire’ la radicalizzazione prima che possa trasformarsi in compiuta progettualità terroristica”.
Il ministro torna su alcuni temi che hanno segnato il suo incontro con la Comunità ebraica di venerdì scorso. A partire dalla necessità di non cedere alla paura, di tenere vivi anche i luoghi maggiormente esposti alla minaccia. “L’integrazione tra pattuglie e difesa passiva è fondamentale, ma senza far venire meno per i cittadini la fruibilità dei luoghi. L’Italia ha tra le sue industrie principali il turismo, ha città d’arte che tutto il mondo ci invidia. Non cederemo alla paura – dichiara Minniti – ma metteremo in campo strategie di sorveglianza e protezione in accordo pieno con gli amministratori locali”.

“Non è da escludersi una recrudescenza delle attività terroristiche”. È quanto si legge in una circolare diffusa in queste ore dal Viminale. Il riferimento ai fatti di Stoccolma è esplicito. E per questo, scrive Il Messaggero, “si prevede un’ulteriore intensificazione dei controlli nei confronti dei cittadini di etnia mediorientale in prossimità di obiettivi sensibili”. Allerta a Fiumicino, dove alla vigilia di Pasqua, è previsto un incremento del traffico aereo, “con una particolare attenzione a tutti i passeggeri che viaggiano sui voli a rischio”.

Tra i tanti temi su cui si rincorrono analisi anche l’attacco degli Stati Uniti in Siria. Scrive Alberto Negri sul Sole 24 Ore, in un passaggio non troppo simpatico: “Assad al potere costituisce una sfida per gli Usa ma soprattutto per le potenze sunnite e Israele, i pilastri da 70 anni del sistema americano nella regione. Questa è la partita in Siria: la guerra civile e per procura si è trasformata in un conflitto dove si decide la supremazia tra Oriente e Occidente”.

In prossimità del 30esimo anniversario della morte di Primo Levi, Marco Belpoliti pubblica oggi sull’Espresso un carteggio inedito relativo al grande intellettuale e testimone torinese.
“Ricordi di Auschwitz, le Br e un nemico profondo: la depressione” vi si legge. Levi si interroga infatti sulla radice del suo malessere.
“Auschwitz forse? No, è passato ed è stato esorcizzato dai libri.
La vera ragione è qualcosa di atavico”.
Anche La Stampa celebra la memoria di Levi, ripubblicando uno degli ultimi suoi articoli, del gennaio del 1987, in cui interviene in un dibattito tra storici tedeschi sulle responsabilità del loro Paese.
“Testimone del Lager, ma anche narratore imprevedibile, ilare, curioso. A trent’anni dalla morte dobbiamo ancora imparare a meritarci quel che ci ha lasciato” scrive al riguardo Ernesto Ferrero.

Numerose, come ogni domenica, le pagine dedicate a libri a tema ebraico e dintorni. Sul domenicale del Sole 24 Ore David Bidussa presenta il saggio Voltaire. Contro i fanatici, pubblicato da Laterza, in cui si affronta tra gli altri il tema del rapporto di Voltaire con le religioni.
Lo stesso quotidiano anticipa uno stralcio di Sion. Guida essenziale alla Terra Santa (Edizioni Terra Santa) del cardinale Gianfranco Ravasi. Su Avvenire, un paginone per parlare di due libri di recente uscita: L’antisemitismo e l’affaire Dreyfus di Bernard Lazare, Edizioni Medusa, traduzione di Alfredo Rovatti con postfazione di Stefano Levi Della Torre; di Hannah Arendt, L’ebreo come paria. Una tradizione nascosta, pubblicato da Giuntina e a cura di Francesco Ferrari.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(9 aprile 2017)