Trump e il vertice con Abbas
“Basta sostenere i terroristi”

rassegnaPer Donald Trump l’incontro con il leader palestinese Mahmoud Abbas di ieri è stato il primo da quando è alla guida della Casa Bianca. I due si sono incontrati a Washington e Trump ha dichiarato che il suo obiettivo e “creare la pace tra israeliani e palestinesi e ci riusciremo”, proponendosi come “mediatore, arbitro o facilitatore”, purché “cessino l’incitamento alla violenza e gli aiuti finanziari alle famiglie dei terroristi” (Corriere della Sera). Abbas per parte sua, riporta La Stampa, ha apprezzato i toni di Trump, tanto da confidare al presidente Usa che “Con lei alla presidenza abbiamo di nuovo una speranza” e ribadendo che per la pace l’unica strada “è la soluzione due popoli due Stati”. Il leader palestinese però, come ricorda il quotidiano torinese, non gode dell’appoggio della base che invece vorrebbe il pluriomicida Marwan Barghouti, in carcere in Israele, alla guida dell’Anp. Da Gerusalemme fanno sapere che in ogni caso non ci si può fidare di Mahmoud Abbas e intanto si attende la visita di Trump prevista per il 22 maggio: in quell’occasione, il Presidente Usa potrebbe annunciare lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv alla Capitale israeliana.

Mattarella-Steinmeier, la storica visita alle Fosse Ardeatine. Le bandiere italiana e tedesca per la prima volta insieme alle Fosse Ardeatine: ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella e il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, hanno visitato il luogo dove il 24 marzo del 1944 l’esercito nazifascita trucidò 335 italiani per rappresaglia all’attentato del giorno precedente di via Rasella. Ad accompagnare i due capi di Stato in questa storica visita, scrive il Messaggero, “il ministro degli Esteri Angelino Alfano e la sindaca di Roma Virginia Raggi, insieme al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, e alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni”.

Macron-Le Pen, duello tv. Ampio spazio sui quotidiani per il confronto televisivo tenutosi ieri in Francia tra il candidato centrista Emmanuel Macron e la leader del Front National Marine Le Pen, importante in vista del ballottaggio di domenica che deciderà chi dei due sarà il prossimo presidente francese. “A 4 giorni dal ballottaggio, i due contendenti hanno incrociato le armi con estrema durezza in un duello durato più di due ore e trasmesso da Tf1 e France2. – riporta Repubblica – La candidata frontista ha ripetutamente accusato quello di En Marche! sul suo passato di ministro dell’economia di Hollande. Quanto a Macron le ha spesso rinfacciato di non avere strategie e di raccontare molte bugie”. Tra queste, la grave accusa della prima allo stesso Macron di essere “compiacente con gli integralisti islamici”. Il Corriere stila una pagella per entrambi mentre Furio Colombo sul Fatto Quotidiano spiega perché Le Pen costituisce un pericolo per l’Europa intera: “Le Pen – scrive Colombo – si muove non più contro la cultura di buona parte del mondo libero, ma in compagnia di una parte importante di una cultura cambiata e alterata, con venature di nostalgia che comprendono anche il fascismo (e nel caso Le Pen, l’orrore della Francia di Vichy). Basti ricordare – sottolinea l’editorialista – che è arrivata al punto da negare l’ignominia francese del Vel d’Hiv, lo stadio trasformato in campo di concentramento a cielo aperto per gli ebrei di Parigi (compresi centinaia di bambini) rastrellati dalla polizia francese in attesa di consegnarli ai trasportatori diAuschwitz (1944)”.

Segnalibro, storia dell’antigiudaismo. Sull’Osservatore Romano Anna Foa presenta il nuovo volume di Danielle Cohen-Levinas e Antoine Guggenheim, L’antijudaisme à l’épreuve de la philosophie et de la théologie (Paris, Seuil), dedicato alla ricostruzione del legame nel corso dei secoli tra antigiudaismo, teologia e filosofia. “L’intento centrale del volume – spiega la storica – è individuare la presenza dell’antigiudaismo nel pensiero e nella teologia del Cristianesimo”. Su Repubblica invece Siegmnud Ginzberg presenta Hitler’s American Model: The United States and the Making of the Nazi Race Law (Princeton University Press), libro di James Whitman, professore di diritto comparato a Yale, che racconta dell’attenzione che i nazisti, prima di emanare le infami leggi di Norimberga, ebbero nei confronti delle leggi anti immigrazione e delle leggi razziali Usa, in particolare rispetto a quelle che criminalizzavano i matrimoni “misti”.

I complottisti e Soros. “Come hanno detto quelli della Wu Ming Foundation in un tweet: ‘Complotto pluto-giudaico-massonico’ era troppo lungo, per questo nell’era dei social si è imposto il bisillabo ‘Soros’. George Soros (nell’Ungheria dov’è nato nel 1930 si pronuncia: Sorosh) è un finanziere considerato molto abile e spregiudicato nel suo settore, che vive a New York e investe una parte delle sue ricchezze personali a favore di cause progressiste”. Così Daniele Ranieri sul Foglio racconta delle continue accuse al magnate George Soros, ebreo di origine ungherese, che, scrive Ranieri, “nella pubblicistica di destra è sempre presentato prima di tutto come ebreo e sui siti paranazisti è definito ‘il burattinaio sionista’” ma che “è invece molto contrario alle politiche dello stato di Israele ed è accusato di finanziare organizzazioni antisioniste. Soros è accusato dai suoi detrattori più estremi di essere il mandante occulto delle forze potenti che spingono a favore del globalismo”.

Storie della Roma ebraica. Oggi alle 18, presso la sede della casa editrice Gangemi (via Giulia 142), si terrà la presentazione del libro di Giulia Mafai Ebrei sul Tevere. Storia, storie e storielle. Interventi di Giorgia Calò, Carlo Alberto Bucci, Marco Bussagli, Stefano Caviglia, Paolo Coen, Fabio Isman. Modera Claudio Procaccia. Presente l’autrice (Corriere Roma).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(4 maggio 2017)