“Sicurezza base della democrazia”
“Il lavoro che ho cominciato al Viminale quattro mesi fa può piacere o meno. Ma è figlio di un metodo e di una certezza. Che sulle questioni della nostra sicurezza non si giocano le prossime elezioni politiche. Ma il futuro e la qualità della nostra democrazia”. È quanto sottolinea il ministro dell’Interno Marco Minniti in un’intervista con Repubblica, realizzata ieri nella redazione del quotidiano.
“A chi mi accusa di essere di destra perché lotto per governare il senso di paura e l’illegalità – afferma il ministro – dico che lo faccio non perché sono il ministro dell’Interno, ma perché sono un uomo di sinistra. Che si sente a posto con la sua storia. E da uomo di sinistra, ad esempio, ho disposto in queste ore 2.130 ispezioni ministeriali nei centri di accoglienza per migranti. Anche quelli attivati in via d’urgenza. Perché solo chi è credibile nella repressione dell’illegalità, anche domestica, può essere creduto quando pretende di affermare legalità”.
Perde pezzi importanti il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. La nipote Marion lascia infatti la vita politica, almeno per il momento. “Per il partito è una novità di grande rilievo, molto politica e ben poco personale. Secondo quanto è trapelato dai siti francesi – scrive il Corriere – la scelta è maturata nei mesi recenti ed è precipitata dopo il risultato delle presidenziali”. Puntuale la condanna del nonno Jean Marie, cui la 27enne Marion sembra ispirarsi nella linea tradizionalista. Ieri il fondatore del FN, da tempo in rotta di collisione con la figlia Marine, ha parlato di “desolante diserzione”.
Il Manifesto pubblica una lettera consegnata da Vera Jarach Vigevani, una della Madri di Plaza de Mayo, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (in questi giorni in Argentina). L’invito è ad “alzare la voce” sulla vicenda dei desaparecidos.
“Glielo chiedo anche, personalmente – scrive Jarach Vigevani – ricordando i quasi 80 anni delle Leggi Razziali del ’38 del secolo scorso. La mia famiglia allora trovò rifugio in Argentina, ma della Shoah fu vittima mio nonno, Ettore Camerino. Deportato ad Auschwitz. Non c’é tomba per lui come non vi è tomba per mia figlia. Queste tragedie si ripetono, ma non dobbiamo mai per dere né la speranza né l’impegno e la volontà per il ‘Nunca mas!’ (Mai Più!)”.
Sulle pagine romane del Messaggero, una cronaca con varie foto della festa per i 69 anni dello Stato di Israele celebrata lunedì sera al Maxxi. “Ad accogliere personalità del mondo politico, culturale, economico, diplomatico, religioso è l’ambasciatore di Israele Ofer Sachs, che con la moglie Rony dà il benvenuto agli oltre millecinquecento invitati. La novità dell’evento – viene sottolineato – è nella scelta di un luogo di Roma moderno e legato all’arte”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(10 maggio 2017)