Shir shishi – Yerushalayim shel Zahav, Gerusalemme d’oro

kaminskiNel blog di Emilio di Marzio da Napoli ho trovato una bellissima sorpresa, la traduzione del famoso canto scritto nel 1967 da Naomi Shemer per Gerusalemme. Con gli anni la canzone è diventata il simbolo della città di Davide, Ir David, della pace, Ir Shalem, della mirra, Moriel e della spiritualità, Ir Hakodesh. E come spesso nelle composizioni di Shemer, parole e melodia creano un unicum in cui possono riconoscersi gli ascoltatori senza confini di lingua o nazionalità.

Gerusalemme d’oro

Aria dei monti limpida come il vino
e profumo di pini,
portato dal vento della sera
col suono delle campane.
In un sonno profondo di alberi e pietre,
prigioniera nel suo sogno,
la città che siede solitaria
e nel suo cuore racchiude un muro.

Yerushalayim d’oro,
di rame e di luce
per tutti i tuoi canti
sono un violino…

Come sono asciutti i pozzi d’acqua,
vuota la piazza del mercato,
nessuno visita il Monte del Tempio,
nella città vecchia.
Nelle caverne della roccia
ululano i venti,
nessuno scende verso il Mar Morto
per la strada di Gerico.

Yerushalayim d’oro…

Ma mentre oggi vengo a cantare per te
e a intrecciarti corone,
sono più piccolo dei tuoi figli più giovani,
e dell’ultimo dei poeti.
Perché il tuo nome brucia le labbra
come il bacio di un serafino,
“se ti dimenticherò Yerushalayim”
che è tutta d’oro.

Yerushalayim d’oro…

Siamo tornati ai pozzi d’acqua,
alla piazza e al mercato,
uno shofàr risuona sul Monte del Tempio,
nella città vecchia.
Nelle caverne della roccia
risplendono migliaia di soli,
torneremo a scendere verso il Mar Morto
per la strada di Gerico.

Yerushalayim d’oro…

Sarah Kaminski, Università di Torino