G7, il momento dei bilanci
Il G7 di Taormina lascia diverse questioni in sospeso. Bilancio negativo? Per diversi opinionisti la risposta è sì, come testimonia anche lo strappo al galateo istituzionale consumatosi con l’assenza di Trump e Merkel alla conferenza stampa convocata a conclusione dei lavori.
“Quel che rimane del G7 è che ha tutto funzionato alla perfezione: organizzazione, sicurezza, lo splendore di Taormina. L’Italia, questa volta, è stata promossa a pieni voti” scrive Repubblica. Altro discorso però se si guarda alla concretezza degli accordi e delle collaborazioni tracciate. “Quel che a Gentiloni brucia di più, a poche miglia dall’Africa, è la mancata intesa sui migranti” scrive ancora Repubblica.
Ci sono però anche alcune note positive. Per il premier “l’impegno contro il terrorismo è il successo più grande, con la dichiarazione di Taormina firmata ieri, importante per il momento in cui avviene”. Strettamente connessa la questione della diffusione di contenuti a sfondo terroristico sul web, con gli internet provider che dovranno fare – è stato richiesto in modo esplicito – “quanto necessario per rimuovere immediatamente i contenuti”.
Guarda il bicchiere mezzo pieno il presidente francese Emmanuel Macron, intervistato dal Corriere della sera. “Non ci siamo limitati a stringerci energicamente la mano; ci siamo guardati negli occhi, ci siamo confrontati in un incontro bilaterale. È solo l’inizio – dice Macron del presidente americano – ora lavoreremo insieme”.
Il nuovo inquilino dell’Eliseo afferma inoltre: “Mi ha detto (Trump, ndr) di non aver mai sostenuto Marine Le Pen, e non mente: lei è stata ore alla Trump Tower, ma lui non l’ha ricevuta”.
Olire 800 prigionieri palestinesi, detenuti nelle carceri israeliane, hanno sospeso Io sciopero della fame avviato alcune settimane fa. Il governo di Gerusalemme ha infatti acconsentito ad ampliare le visite dei familiari da una a due al mese. “L’accordo è stato siglato da un comitato formato da vari prigionieri tra cui Marwan Barguti, leader di Fatah, che sta scontando una condanna a cinque ergastoli per altrettanti omicidi” riporta tra gli altri Avvenire.
Prende consistenza la candidatura di Gerusalemme come città di partenza del prossimo Giro d’Italia. Sarebbe un evento storico perché, scrive La Stampa, il Giro non è mai uscito dall’Europa (anni fa ci fu un contatto con Washington, poi sfumato). Da Israele il Giro 2018 rientrerebbe sul suolo italiano in Sicilia per ricordare i 50 anni dal terremoto del Belice, poi risalirebbe la Penisola fino a celebrare la vittoria nella Grande Guerra, con una tappa a Vittorio Veneto, alle Sorgenti del Piave e una doppia scalata del Monte Zoncolan.
“Da mio padre ho appreso il rispetto delle regole. Sono cresciuto in una società dei doveri. Nessuno allora mi ha mai detto che avevo anche dei diritti. Contava molto di più essere onesti e solidali che non rivendicare o esigere qualcosa che ti spettava”.
Intervistato da Repubblica, Piero Angela ricorda la figura del padre. Medico antifascista e Giusto tra le nazioni per il salvataggio di numerosi ebrei nella sua clinica in Piemonte.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(28 maggio 2017)