STORIA L’emancipazione conquistata in tre atti

risorgimentoClotilde Pontecorvo, Asher Salah / DIARI RISORGIMENTALI: DUE RAGAZZI EBREI SI RACCONTANO / Belforte Editore

Nelle righe di Amalia, la situazione politica quasi non trapela e i riferimenti all’ebraismo non si spingono oltre Chanukkah, mentre il “Libro delle Cronache” di Giuseppe echeggia una triplice emancipazione in atto all’epoca: nazionale, con la proclamazione del Regno d’Italia appena cinque mesi prima che il ragazzo si metta in viaggio col padre attraverso il Veneto e il Friuli (e non a caso Giuseppe vede il genitore lacerato tra il conservatorismo e la lettura di giornali anti-austriaci, manda a memoria l’inno di Garibaldi insieme agli inni sacri ed è un fan delle musiche di Verdi); della minoranza ebraica, in un periodo di riformulazione dell’identità, in cui anche dei praticanti ortodossi come i Luzzatto non sono estranei agli scarti tra la lived religion e il dogmatismo; infine, il passaggio dall’infanzia all’età adulta. E sotto il profilo dei convenzionali criteri letterari di genere, laddove il diario di Giuseppe appare uno sfuggente zibaldone, uno scartafaccio a proprio agio con la relazione di viaggio giorno per giorno, gli esercizi di stile, i calcoli matematici, i disegni, il registro della biblioteca paterna (libri prestati e restituiti), di cui è custode, e le poesie scritte in omaggio a varie signore, da sfoderare al momento giusto, il “Giornale ebdomadario” della Cantoni racconta soprattutto la ripetitiva routine quotidiana della giovane, costretta entro i confini invalicabili della cerchia familiare, dove anche le letture non sono liberamente scelte, ma indirizzate dal fratello Alberto.

Pagine Ebraiche, maggio 2017