Se l’Arabia Saudita insulta
le vittime di Londra
“Non fa parte della nostra cultura”. Così la nazionale di calcio dell’Arabia Saudita ha motivato il proprio rifiuto a rispettare il minuto di silenzio indetto in memoria delle vittime di Londra prima di un incontro con la compagine australiana ad Adelaide.
“La squadra saudita sceglie di non partecipare. Fa male, urta e allo stesso tempo incute sospetto l’atteggiamento dei suoi giocatori che se ne stanno incuranti sul campo a fare ginnastica e chiacchierare distratti. Il capitano addirittura accenna ad alcuni piegamenti di fronte agli australiani sull’attenti. Un gesto che mostra indifferenza – scrive il Corriere – se non scherno per il lutto e i valori degli altri”.
Nonostante la mancata conferma delle generalità complete da parte delle autorità, l’identità di uno dei principali membri della squadra kamikaze che ha agito a Teheran è praticamente ufficiale. “Si tratta – scrive Il Messaggero – di Siras Sadeghi che, come ha confermato l’agenzia di stampa Fars, vicina ai Pasdaran, era stato segnalato nel marzo 2014 in un rapporto stilato dall’opposizione curda come un reclutatore dell’Isis attivo in una moschea di Paveh, una delle città principali della regione curda dell’Iran”.
Sono l’agritech, la tecnologia applicata all’agricoltura, e l’industria portuale i due settori più promettenti di interscambio tra Italia e Israele. A sostenerlo, come spiega La Stampa, un rapporto della Fondazione Studi Ricerche sul Mezzogiorno, presentato ieri al trentaduesimo piano del grattacielo di Intesa Sanpaolo, nell’Innovation center della banca. Il commercio tra i due Paesi, si apprende dal rapporto, vale 3,7 miliardi di dollari. Il 73 per cento riguarda esportazioni dall’Italia.
Intervistato dal Corriere del Trentino, Moni Ovadia non si sottrae al suo ruolo. “I governi israeliani – sostiene – giocano a fare le vittime per definizione, occupano territori non loro, stabiliscono una apartheid. A mio parere non sono i palestinesi a mettere a repentaglio il futuro, la legittimità e la sicurezza di Israele, ma la rinuncia di Israele alla propria anima in cambio dell’illusione della potenza”.
A proposito di parole in libertà, intervistato dal Tempo il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia ravvisa persecuzioni e afferma: “Tanto vale che ci mettano un distintivo giallo come agli ebrei, si farebbe prima”.
È stata consegnata ieri, nel corso di una cerimonia alla sinagoga di Firenze, la medaglia di Giusti fra le Nazioni da parte dello Yad Vashem alla memoria di Sandro e Luisa Materassi. Durante la cerimonia, come riporta il Corriere Fiorentino, l’artista pistoiese Vincenzo Cangiamila ha donato al giardino della Comunità ebraica una colomba di marmo.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(9 giugno 2017)