Identità – Significato e sfide delle traduzioni

Cosimo Nicolini Coen“I targumim si presentano”, scrive David Banon (La lettura infinita, 2009) citando L. Zunz, come “lo stadio più semplice dell’esegesi scritturale”. Le necessità storiche soggiacenti le traduzioni in aramaico sono evidenti, riguardando la lingua parlata dagli ebrei dell’epoca. Eppure tali eventi non possono essere letti solo dal punto di vista storico: va compresa, per così dire, empaticamente, la percezione e l’uso che la tradizione ha fatto di queste contingenti necessità. “Si può dire”, sostiene Banon, “che il Targum si è ‘evoluto’ in midrash”. Le cose sono forse più complesse ma a rilevare per l’Autore è la continuità tra traduzione e interpretazione. Viene in mente l’adagio secondo cui tradurre è tradire, se non fosse che qui si ha un giudizio di valore opposto. Nei meturgemanim non vediamo i “traditori” di uno statico significato originario ma i primi costruttori di un significato in divenire. Allo stesso tempo sarebbe fuorviante, presi dal senso comune postmoderno, pensare a questo divenire come destinato ad allontanarsi dalla fonte originaria. Tale pericolo è presente, da qui la diffidenza verso altre traduzioni nonché l’accorgimento di “leggere due volte il testo ebraico e una volta il Targum (Berakhot 8b e 9a)”. Il punto, forse, è il movimento di ritorno: dalla traduzione di nuovo all’ebraico. Si dovrà decidere, in questo ritorno, se spogliarsi dei residui che le correnti, nel corso del tempo, hanno portato con sé, con i loro carichi di commentari, o se sovvertire il tempo individuando nella scrittura l’oralità, nell’origine il nuovo. Se nel Pardes si passa dal semplice all’allegorico e così via, nella pluralità di letture interne al registro della tradizione, qui si è di fronte all’uso di registri di razionalità differenti che passano dalla ricerca del dato storico alla lettura mediata dai maestri. Forse bisognerà scegliere con quale registro ci si sente più a casa, o forse ci si potrà allenare a passare dall’uno all’altro, facendo di tale passaggio una scelta.

Cosimo Nicolini Coen