Terrorismo islamico,
la linea di Macron

rassegnaPrima intervista del neo presidente francese Emmanuel Macron ai giornali europei. A pubblicarla, in Italia, è il Corriere della sera. Tra i molti temi trattati nel corso del colloquio anche la minaccia del terrorismo islamico e la repressione a monte delle minacce più significative alla sicurezza interna. “Come trovare il punto di equilibrio tra leggi eccezionali e protezione delle libertà?” viene chiesto all’inquilino dell’Eliseo dalla stampa.
Risponde Macron: “Bisogna costruire gli strumenti per lottare contro questa minaccia nuova, sotto il controllo del giudice, amministrativo o penale. Servono risposte inedite e adatte alla lotta contro questo terrorismo islamista. Occorre poi avere una politica internazionale coerente ed essere capaci di parlare con tutte le parti in causa. Questo è il mio principio diplomatico”.
“Ho parlato cinque volte al presidente Erdogan da quando sono qui. Due volte con il presidente iraniano Rohani. Ho ricevuto Vladimir Putin. Alla Francia non viene chiesto di scegliere un campo contro l’altro. È la sua forza e la sua storia diplomatica” aggiunge Macron.
“Dobbiamo ritrovare la coerenza e la forza di una politica che torni a darci del credito internazionale. Avere una politica di sicurezza ferma costruendo le coalizioni più efficaci contro il terrorismo. Infine – afferma – ci vuole una politica di civiltà, che consiste nello sradicare i fondamenti profondi di questo terrorismo”.

La generazione dei trentenni prende il potere in Arabia Saudita, scrive La Stampa. Con Mohammed bin Salman, classe 1985, ministro della Difesa, ora primo nella linea di successione al trono. E con Abdulaziz bin Saud bin Nayef, trentatreenne, promosso ministro dell’Interno. “Uno –
si legge – dovrà gestire la sfida con l’Iran sul piano internazionale, l’altro in patria, stroncando la rivolta sciita che serpeggia nell’Est”. 
L’ascesa dei trentenni era in corso da quando due anni fa il regno è passato nelle mani di Re Salman, ultimo nella serie di successioni al trono di fratello in fratello, che ha portato a sovrani sempre più anziani, ottuagenari. “Ora – viene spiegato – si passerà di padre in figlio”. 

Per la prima volta in chiaro in Italia sulla piattaforma tivùsat un canale allnews israeliano (i24News) tutto sul Medio Oriente, che ha tre milioni di utenti, 90 canali tv e 43 radiofonici con redazioni a New York, a Washington, a Parigi e a Tel Aviv. 
“L’arrivo su tivùsat contribuisce alla diffusione internazionale del canale e porta uno sguardo fresco e nuovo sul Medio Oriente” dichiara il Ceo Frank Melloul (Messaggero). 
Sempre a proposito di televisione, questa sera su Rai2 al via il nuovo format sperimentale di Michele Santoro, dal titolo “M”. Hitler sarà il primo signor M e la domanda che si porrà il programma, si legge sul Corriere nella rubrica ‘Telaraccomando’, è: si tratta di una mostruosità irripetibile o di un fenomeno che potrebbe ripetersi? Tra gli ospiti i Consiglieri Ugei Giorgio Berruto e Simone Santoro. 

Un’interpretazione laica del sacrificio di Isacco da parte di Abramo. La Stampa pubblica oggi uno stralcio dell’intervento dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua al festival Taobuk di Taormina. 
“Tale mito non ha solo un significato religioso – scrive Yehoshua – ma anche nazionale per gli ebrei. Religione e nazionalità sono infatti strettamente intrecciate nella nostra identità”. 

È in programma stasera a Torino, al Circolo dei lettori, un confronto sul futuro della moda in Israele. Tra i relatori la giornalista ed esperta di moda Fabiana Giacomotti, oggi intervistata dal dorso locale della Stampa. “Oggi c’è uno scambio di tendenze molto rapido grazie ai social, soprattutto Instagram. In Israele e in tutto il mondo le ragazze si coprono, sono tornate le gonne lunghe e il turbante. Gli abiti per l’estate – sostiene l’esperta – sono coprenti e vaporosi”. 

“Il comico è Grillo ma lei non scherza” titola Il Tempo a proposito del primo anno di mandato della sindaca di Roma Virginia Raggi, su cui ieri è stato fatto un bilancio in Campidoglio.
Scrive il quotidiano, ripercorrendo alcuni scivoloni della prima cittadina: “Assente ai funerali di Enrica Zarfati, ultima ebrea romana sopravvissuta alla barbarie di Auschwitz. Altro scivolone nell’agosto scorso, quando se ne andò Settimio Piattelli anche lui reduce dai campi di concentramento, il Comune di Roma rimase in silenzio per due giorni, rompendo una tradizione che vede il Campidoglio sempre solerte nell’omaggiare quanti vissero il dramma dell’Olocausto”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(22 giugno 2017)