In ascolto – Beyle Schaechter
Beyle Schaechter nasce a Vienna il 7 agosto 1920. Poetessa, cantautrice, educatrice, scrittrice per bambini, artista e studiosa di folclore, nel 1999 è stata inserita nella City Lore Hall of Fame di New York per il suo contributo alla vita culturale della città.
Beyle cresce a Czernowitz, nella regione storica della Bucovina, a cavallo tra Romania e Ucraina, uno spazio culturale e linguistico in perenne movimento. Il papà Binyumin, originario della Galizia, con diverse generazioni di shochetim e hassidim alle spalle, lavora come giornalista e si interessa agli studi sulla lingua yiddish. Quando decide di partecipare alla prima Conferenza sulla lingua yiddish a Czernowitz nel 1908, in qualche modo segna il destino della sua famiglia, perché il figlio Mordkhe sarà un eminente linguista e dialettologo, una figura chiave nello studio dello yiddish e la figlia Beyle comporrà e canterà quei suoni della mame loshen che impara ad amare grazie alle letture di papà e alla voce di mamma Lifshe.
Lifshe canta ballate tradizionali e canzoni tratte dal repertorio teatrale, è una custode delle tante melodie originarie della Galizia e della Bucovina e diventa, come nella migliore tradizione ebraica, un prezioso strumento di trasmissione musicale e storica per la generazione successiva.
Beyle assorbe come una spugna la musica della mamma e la passione per la lingua yiddish coltivata dal papà e quando, dopo la guerra, lascia Vienna per New York insieme al marito, il dottor Jonah Gottesman, promette a se stessa di dedicare la sua vita a mantenere in vita lo yiddish.
In effetti in America collabora con la Lega per lo Yiddish, il Centro culturale Sholem Aleichem e il Congress for Jewish Culture e diventa mentore di una generazione intera di giovani poeti.
Come altri suoi contemporanei, riserva una attenzione particolare all’editoria per bambini e diventa redattore capo di Enge Benge, rivista scritta dai ragazzi. Poesie, storie, recensioni, articoli e saggi: Beyle si cimenta in ogni genere di scrittura e il suo nome compare tra quelli dei più importanti esponenti del mondo ebraico in America negli anni ’70.
Beyle riproduce il modo di cantare in Yiddish tipico del periodo tra le due guerre, diverso da quello di mamma Lifshe, legata invece alle modalità esecutive tipiche della seconda metà dell’800 ma il canto delle due si intreccia e racconta di un rapporto speciale, fatto di memoria, storia e identità. E non a caso, tra le canzoni di Beyle vi è “Bay mayn mames shtibele” (Presso la casa di mia madre), che oggi ascoltiamo nella versione breve e a cappella di Michael Alpert.
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto:
(29 giugno 2017)